Sono bastate un paio di telefonate per organizzare tutto: il trasporto al quale hanno provveduto dalla Croce Rossa, l’organizzazione di nuovi turni di lavoro, la meticolosa preparazione delle stanze dove gli ospiti dell’Afasev da ieri pomeriggio hanno trovato l’assistenza, sanitaria ma anche affettiva, di cui hanno bisogno. «Non avrei mai detto no – ammette Rosanna Gravante, con quel tono allegro che non le è mai mancato, nemmeno nei giorni più bui quando i suoi ‘nonnini’ erano stati quasi tutti contagiati dal maledetto Covid -, non avrei mai potuto. Ho aperto le porte, le ho spalancate. E ho richiamato tutti i miei angeli – dice, riferendosi al suo gruppo di lavoro – che sono tornati immediatamente per prendersi cura di tutti». Sono nove gli ospiti dell’Afasev, al momento positivi al Covid, che da ieri pomeriggio, intorno alle 16, sono stati trasferiti nella struttura di via Dante Alighieri. «Abbiamo organizzato un’intera ala della casa per ospitarli in totale sicurezza e con la massima assistenza sanitaria di cui hanno bisogno» racconta ancora, con entusiasmo e nonostante tutto la direttrice della struttura che non ha esitato nemmeno un attimo. Ha raccolto il grido di dolore dei familiari, dei responsabili della struttura che temevano il peggio per gli ospiti – di età variabile – tutti gravati da patologie importanti che rendono difficile e complicata l’ospedalizzazione. Ha ascoltato le richieste del sindaco d’Apollonio, che ha preso immediatamente in carico la delicata vicenda del cluster Afasev, blindato per evitare il diffondersi del contagio nell’immediatezza della scoperta che 9 ospiti e 4 operatori erano risultati positivi al Covid. Si è confrontata anche con la consigliera Mena Calenda che solo ieri aveva chiesto all’Asrem una sorta di ‘task force’ che fornisse l’assistenza – vitale – per gli ospiti. Ha detto subito sì, dichiarando la disponibilità ad ospitare anche i quattro operatori del centro per disabili. «Ho avuto un colloquio con uno dei familiari che mi ha chiamato a nome di tutti i parenti – racconta ancora -, mi sono fatta dare tutte le informazioni necessarie, i recapiti telefonici dei care giver e i riferimenti dei medici di base che seguono i nove ospiti dell’Afasev. Ho chiesto le cartelle cliniche, per poterli assistere nel modo migliore sotto il profilo sanitario: dobbiamo conoscere quali siano le patologie sulle quali è piombato anche il Covid. La nostra assistenza sarà 24 ore su 24, come facciamo sempre qui». Nel tardo pomeriggio, il sindaco d’Apollonio ha emanato anche una apposita ordinanza, la numero 236: il primo cittadino ricorda di aver disposto la chiusura dell’Afasev a seguito degli accertati contagi ma che successivamente è stata riscontrata la positività di tutti gli ospiti e degli altri operatori. Impossibile per il gestore dell’assistenza fornire ulteriori unità di personale agli ospiti del centro Afasev appartenenti al progetto «Dopo di noi», particolarmente fragili, per i quali l’assistenza deve essere immediata e continua. Nell’ordinanza il sindaco ha disposto il trasferimento anche degli operatori che erano ‘blindati’ nella sede dell’Afasev assieme agli ospiti: la loro permanenza nella struttura di via Dante Alighieri sarà per il tempo strettamente necessario ad un ‘passaggio di consegne’ circa la situazione sanitaria dei nove ospiti, così da consentire al team della Gargani di poter avere contezza dettagliata dei bisogni e delle necessità che consentirà quindi di garantire la migliore assistenza possibile e la continuità nelle cure nella prima fase di inserimento nella nuova struttura ospitante. Gli operatori dovranno obbligatoriamente rispettare, successivamente, il periodo di quarantena mentre nessuno, ad eccezione di medici, operatori sanitari o altri incaricati alla prevenzione sanitaria e all’assistenza degli ospiti potrà entrare nella casa di riposo e centro diurno Gargani. Sono in quaranta, adesso, nella casa di via Alighieri: oltre ai 9 ospiti e agli operatori Afasev, ci sono gli anziani di cui il team della Gravante si prende cura (alcuni dei quali in attesa del tampone di controllo ma le cui condizioni di salute sono nettamente migliorate in queste settimane) e il personale. I miei angeli – come li chiama con la voce che di colpo si incrina per un attimo, comprensibile, di commozione – la direttrice del centro, Rosanna Gravante. Che ha superato, condividendola con tutti loro, la tempesta. Ma che ha scelto di tornare nel mare agitato per un altro salvataggio.
ppm