ìIl buon esempio, che illumina alcuni comportamenti discutibili, arriva dai magistrati del Molise che dimostrano di non avere davvero nulla a che spartire con i colleghi di Piemonte, Emilia Romagna, Puglia e Toscana, balzati in queste ore agli ‘orrori della cronaca’ per aver chiesto ed ottenuto una corsia preferenziale per essere vaccinati. In mancanza di una direttiva nazionale, nel caso di specie sembra siano le Regioni a decidere. Tutto è partito dalla Toscana, dove qualche magistrato si è mosso con le ‘alte sfere’ chiedendo di poter avere accesso ad una corsia preferenziale in luogo del servizio essenziale, costituzionalmente garantito, che svolge la Magistratura. Subito dopo, la Regione Piemonte ha varato una campagna vaccinale ad hoc e in Puglia l’assessore regionale ha fatto anche di più: nel piano i magistrati saranno vaccinati già da questo mese. Su tutt’altra strada si muovono i magistrati del Molise che sono stati chiarissimi: vaccinare gli operatori del comparto giustizia appena possibile certo ma solo dopo le categorie che, essendo a rischio maggiore, devono avere necessariamente la precedenza. Lo rimarca la giunta distrettuale dell’Anm Molise, in riunione con la ormai consueta modalità online, che esprime «piena condivisione e vivissimo apprezzamento per le parole del Presidente della Repubblica secondo cui “di fronte a una malattia così fortemente contagiosa, che provoca tante morti, è necessario tutelare la propria salute ed è doveroso proteggere quella degli altri, familiari, amici, colleghi”. Il Presidente Mattarella – si legge in una nota della giusta distrettuale dell’Anm Molise – prosegue affermando che lui stesso si sarebbe vaccinato “appena possibile, dopo le categorie che, essendo a rischio maggiore, debbono avere la precedenza”». Tra tali categorie, sarà il caso di ricordarlo, oltre che i soggetti più a rischio (che, come rilevato dal Decreto del Ministro Speranza del 2 gennaio 2021, sono gli operatori sanitari, malati, diversamente abili, anziani, insegnanti, personale scolastico, forze dell’ordine, etc), vi sono anche coloro che svolgono servizi essenziali, nei settori pubblico e privato. E fra questi, giustamente, anche gli operatori del comparto giustizia (magistrati togati e onorari, personale amministrativo, avvocati, consulenti tecnici, periti, etc). Ma, sul solco tracciato senza alcun tipo di fraintendimento dal Presidente della Repubblica e su un binario che non incrocia affatto quello di colleghi di altre regioni che hanno scelto la scorciatoia, la giunta distrettuale auspica, sulla stessa linea tracciata dall’Associazione Nazionale Magistrati nazionale, che gli operatori del comparto giustizia debbano essere vaccinati solo dopo le categorie più a rischio. Al contempo, auspicano che «anche chi non opera nei servizi essenziali venga vaccinato al più presto, così da circoscrivere il numero dei contagi, dei ricoveri e dei decessi». Un buon esempio, davvero.