Come se la cancellazione della Provincia non fosse già abbastanza, adesso ci si mette pure la sforbiciata di prefetture e questure. Non che sia una novità assoluta, ma c’erano forti speranze di conservare almeno i presidi dello Stato. Nulla da fare, invece. La situazione per Isernia si fa davvero disastrosa. Con l’ente di via Berta via i primi 200 posti di lavoro, senza considerare l’indotto. Ora che pure via Kennedy e la sede di contrada Nunzitella si svuoteranno la mazzata sarà completa per il territorio isernino. La notizia l’ha anticipata il Corriere della Sera con un ampio articolo su quello che succederà a seguito della cancellazione delle province. Le prime a saltare saranno le prefetture e le questure, aspetto per il quale, a livello nazionale, sono già insorti i sindacati delle forze dell’ordine. Il disegno del governo è chiaro: tagliare 35 prefetture e 35 questure nella cinquantina di province che non lo sono più. Ovviamente non sarà matematico il fatto di vedere tolti i presidi dello stato insieme all’ente provinciale, ma è facile capire che verranno confermati in zone decisamente più popolose oppure di frontiera, non certo a Isernia. Che si ritroverà con qualche ufficio, un presidio o un commissariato. Roba ben diversa da quello che c’è adesso. In totale saranno 70 le strutture che verranno eliminate o fortemente ridimensionate. E da questa scure non potranno salvarsi prefettura e questura di Isernia. A catena, però, c’è il rischio anche per i comandi provinciali di carabinieri e finanza, dei vigili del fuoco e persino il tribunale pentro.

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