Marialetizia e Carolina sono due sopravvissute. Guarite dal Covid, hanno superato la tempesta e ieri hanno ricevuto il vaccino. Rigorosamente a domicilio. Si, perché insieme, le due donne, arrivano a 211 anni. Hanno festeggiato, rispettivamente, 104 e 107 compleanni fino ad oggi. Le due nonnine, che sono lucide e reattive, sono ospiti della casa di riposo Gargani, che è stata la nave in mezzo alla tempesta del contagio. Al timone Rossana Gravante, che non si è mai persa d’animo: lo scoramento, le difficoltà, il contagio che ha colpito tutti compresa lei, non hanno mai scalfito quella determinazione che traspare già dalla sua voce. Sempre allegra ma ferma, dalla quale avverti persino l’accenno di un sorriso. Quella stessa forza che trasmette a quelli che ha sempre chiamato ‘gli angeli custodi’, il personale che con lei ha navigato in mezzo a quella tempesta ormai lasciata alle spalle. Ieri mattina, scortate dagli agenti della Guardia di Finanza, sono arrivate in via Alighieri le dosi di Pzifer: le due nonnine, alle quali è stato chiesto espressamente se volessero essere vaccinate, hanno risposto «assolutamente sì». E così ieri tutti hanno ricevuto la dose, anche gli ospiti dell’Afasev che da dicembre scorso ormai hanno trovato una nuova casa, una famiglia che li ha consolati e confortati quando, di fretta e furia, hanno dovuto lasciare la sede del ‘Dopo di noi’ perché anche gli operatori erano stati contagiati. Come loro per i quali, però, l’ospedalizzazione sarebbe stata decisamente impossibile. E così hanno trovato accoglienza e assistenza in un’ala della Maria Gargani dove sono riusciti a guarire, dove ancora oggi vivono. Chi è stato contagiato, quasi tutti in pratica, a quanto è stato possibile apprendere riceverà una sola dose di vaccino. È una giornata speciale, per tutti: il peggio è passato, si può tirare il classico sospiro di sollievo sebbene le misure di precauzione siano sempre molto rigide viste l’età e le patologie anche gravi degli assistiti. Ma sul futuro di alcuni di loro, nella fattispecie degli ospiti provenienti dall’Afasev, pesa l’incognita del domani. La notizia che il centro potrebbe non riaprire per le difficoltà economiche evidenziate anche nei mesi scorsi dal presidente Mollichelli e rimarcate anche ieri, in un accorato appello alle Istituzioni, dei familiari degli assistiti, pesa sui destini di chi è davvero fragile, di chi fa i conti con disabilità gravissime. I familiari degli ospiti del centro Afasev, la maggior parte dei quali risiede fuori regione, hanno però un filo di speranza al quale possono aggrapparsi. Chi potrebbe prendersi cura di loro potrebbe essere chi lo sta già facendo? Sarebbe l’unico modo per non creare altri traumi e la soluzione, forse la più praticabile senza scossoni, potrebbe essere proprio racchiusa in questo presente, fatto di assistenza sanitaria e di cura. Quella dedizione che la direzione e il personale della Maria Gargani mettono in pratica ogni giorno da tre mesi, ormai.
ls