«Togliere alla comunità uno spazio del genere, l’unico ad Isernia dedicato ad attività artistiche e ricreative, lascerebbe un vuoto difficile da colmare per tutte le generazioni, non solo per i giovani. Cittadini che non avrebbero più la possibilità di incontrarsi e partecipare alla vita culturale della nostra città, carente di spazi di aggregazione ed incontro dedicati ad attività sociali e culturali».
Questo il monito che i rappresentanti di comitati ed associazioni hanno lanciato all’amministrazione comunale di Isernia nel corso della conferenza stampa, tenutasi nella mattinata di ieri, in difesa dell’ex lavatoio come spazio di aggregazione e luogo di cultura.
Lo scorso 18 marzo, la giunta comunale ha revocato la concessione della struttura alle associazioni che, dal 2013, ne hanno sfruttato gli spazi per le loro attività socio-culturali. Secondo il progetto di D’Apollonio, l’ex lavatoio diventerà la “casa delle merlettaie”, la cui gestione sarà comunale,
ed aprirà la strada alla candidatura dell’arte del tombolo a patrimonio immateriale Unesco.
«Il rischio è che questa disavventura penalizzi anzitutto i giovani – ha affermato l’avvocato Alfonso Mainelli – Non dimentichiamo che nel gennaio 2020 la città di Isernia ha emanato un avviso pubblico in cui sollecitava le aggregazioni e le associazioni alla creazione di spazi e strutture destinati all’aggregazione sociale e alle attività culturali. Il tutto per favorire la candidatura della città pentra a Capitale italiana della cultura – ha proseguito – Oggi questa contraddittorietà porta discredito non solo all’amministrazione comunale, ma all’intera regione. L’assessore deve capire che vi sono delle aspettative in seno ai cittadini e riveda le sue posizioni.
Quando un’amministrazione adotta atti di ordine generale come quello di mettere a disposizione dell’associazionismo una struttura, queste decisioni non possono essere revocate dall’oggi al domani».