La Procura della Repubblica di Larino da ieri ha un nuovo vertice operativo, si tratta della dottoressa Elvira Antonelli, nominata dal Csm, proveniente dalla Procura di Sondrio. Termolese, padre avvocato, ha respirato sin da bambina l’atmosfera giudiziaria, come ha ricordato lei stessa nel corso del suo discorso, breve ma significativo. Ad accoglierla il mondo dell’avvocatura, le forze dell’ordine, il personale amministrativo e naturalmente i colleghi di Procura e Tribunale, togati e onorari, e lei verso tutti, citandone le categorie di appartenenza, ha parlato di “rispetto” come concetto alla base di qualsiasi collaborazione. Il presidente Michele Russo, con le colleghe di Corte, Tiziana Di Nino e Stefania Vacca, ha formalmente accolto l’istanza avanzata dalla Antonelli di insediarsi alla guida dell’ufficio di giurisdizione requirente, accompagnata dalle Pm Marianna Meo e Ilaria Toncini, non prima di aver sottolineato il grave deficit di organico di cui soffre il Tribunale. «Con la sua esperienza riuscirà a dare una marcia in più e a dare un’impronta personale alla Procura di Larino, nonostante la grave carenza di personale», le parole di Russo, alle quali sono seguiti gli applausi dei presenti, anche dei familiari della Antonelli, a cui la Procuratrice si è rivolta, ringraziandoli. Poi, la parola è andata a lei, che nel corso dell’intervento ha voluto focalizzare l’attenzione contro le violenze di genere, non solo perché ieri era il 25 novembre, ma perché la società richiede una tutela verso il “gender”, a prescindere e ricorda di essere entrata in Magistratura l’8 marzo. Date simboliche che ricorrono. «L’impegno sarà quello che l’ambiente richiederà. Un impegno a fare e a fare bene, e a dare una risposta di giustizia nei tempi più rapidi possibili. Bisogna fare tanto, sempre, senza demordere mai. Il fatto stesso di essere donne significa essere vulnerabili. In alcune situazioni lo sono ancora di più e, noi, come magistrati, come Procura e come forze dell’ordine, abbiamo l’obbligo e il dovere di tutelarle. Vengo da un’esperienza in cui, la tutela delle donne, sia per la vittimizzazione primaria sia per la secondaria, è stata sempre un faro, sempre un impegno. Io intendo, non so ancora qui come sono organizzati, o replicare o migliorare rispetto a quello che sono abituata a gestire. Una rete di servizi che si occupino delle donne in difficoltà, delle famiglie in difficoltà. Delle donne e della differenza di genere. Ci stiamo abituando all’idea della donna e del gender e, quindi, noi siamo qui per tutelare tutti. Istituiremo un indirizzo mail da fornire, per le persone vittime di violenza di genere perché prima si conoscono determinate realtà, prima si può intervenire ed evitare determinate conseguenze. È il motore del mio essere donna, prima che essere magistrato. Ho un debole per gli avvocati. Chi è abituato a vivere la vita e la vita di un avvocato, sa quanta fatica fanno e quanto sacrificio c’è dietro e quanto si appassionino ai casi. Ogni caso non è un caso. Quello che dicevo me lo ha insegnato mio padre. È stato l’augurio di mio padre quando ho vinto il concorso in magistratura. “Diventerai quello che saprai diventare. Tutto quello che fai non è meritato nella misura in cui fai solo il tuo dovere. Ricordati che la persona che ora hai di fronte, prima che un reo, una persona che ha sbagliato è un pover’uomo come te, con le tue debolezze, con le tue fragilità e con i tuoi valori. Abbi sempre dignità di chi ti sta di fronte”. Devo dire che, ormai nella mia esperienza trentennale, soprattutto quando mi sono trovata di fronte a persone che avevano commesso crimini importanti, questo memento di mio papà mi ha seguita e mi ha dato anche una spinta a fare sempre meglio. Carenza di organico e personale, ahimè, è la caratteristica di tutte le sedi giudiziarie. C’è troppo poco personale, poco proporzionato al carico di lavoro. Molte volte dobbiamo ricorrere all’aiuto delle Forze dell’ordine che sono un supporto fondamentale. Però tutto si può fare. L’esperienza che io ho fatto e che ho sempre invitato a fare è il rispetto reciproco, rispetto per i ruoli e, soprattutto, distensione nei rapporti. Mai confronti tra i singoli impiegati perché inevitabilmente si arriva allo scontro». «Sono molto emozionata. Ho respirato giustizia da quando ero bambina. Il rispetto con una giusta distanza, è questo che mi aspetto dagli avvocati di questo foro. Mi sono occupata di tutte le materie. Sono stata nominata magistrato l’8 marzo, giorno della festa della donna e prendo lavoro qui, nella giornata nazionale contro la violenza delle donne. Questa tematica è quindi nel mio Dna. Oggi ricomincia una nuova vita per me». Applausi che si avvicendano e poi l’omaggio floreale con le foto di gruppo. La vicenda sulla Procura di Larino si era chiusa con la decisione a fine ottobre del Consiglio di Stato. La settima sezione del Consiglio di Stato con la sentenza 9343 emessa venerdì 28 ottobre 2022, indirizzava l’incarico alla dottoressa Elvira Antonelli destinando d’altra parte, come deciso dal Consiglio Superiore della Magistratura, l’attuale procuratrice Isabella Ginefra al ritorno alla Procura di Bari in qualità di sostituto. La Ginefra si era rivolta ai giudici del Consiglio di Stato per chiedere la riforma della sentenza del Tar del Lazio che aveva respinto il ricorso di primo grado proposto dalla stessa per l’annullamento della deliberazione del Consiglio Superiore della Magistratura (Assemblea Plenaria) del 24 febbraio 2021 e del consequenziale D.P.R. del 29 marzo 2021 di nomina a Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Larino della dottoressa Elvira Antonelli nonché della deliberazione del Consiglio Superiore della Magistratura (Assemblea Plenaria) del 17 marzo 2021 di riassegnazione della dottoressa Isabella Ginefra al posto di Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari e del consequenziale decreto di recepimento del Ministro della Giustizia del 31 marzo 2021.