Sono trascorsi quasi 7 anni da quel 22 giugno del 2016, quando i Carabinieri del Nas, all’epoca comandati dal capitano Antonio Forciniti, notificarono nell’ospedale San Timoteo di Termoli un provvedimento di interdizione di due mesi (disposto dall’allora gip del tribunale di Larino Daniele Colucci) a carico del primario di Cardiologia Emilio Musacchio. Ebbene, ieri mattina, al termine dell’ultima udienza dibattimentale, l’ex primario, oramai in pensione, è stato assolto da tutti i capi d’imputazione, perché il fatto non sussiste. I riflettori della Procura frentana si accesero nel 2015, attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche, oltre che riprese video, contestò al medico ipotesi di reato come truffa, truffa aggravata, falso, abuso d’ufficio e violazione del decreto Brunetta. Tra le contestazioni, il fatto che svolgesse visite private in reparto, facendosele pagare nell’orario di lavoro e senza dividere con l’Asrem come avviene nel regime di intramoenia, oppure non facendosele pagare affatto. Inoltre anche rilievi sull’assenteismo. Infine, gli vennero contestati anche l’uso di stupefacenti e altre condotte private. Dopo arringa e requisitoria, il collegio composto dai giudici Russo (presidente), Di Nino e Sansone, ha assolto da tutti e cinque i capi d’imputazione il cardiologo, perché il fatto non sussiste, al termine di un processo durato un paio d’anni e con una decina di udienze svolte. L’avvocato De Michele ha così riassunto la storia processuale, nel post social pubblicato sul proprio profilo. «Vizi privati e pubbliche virtù. Sentire il Presidente del Collegio penale del Tribunale leggere il dispositivo della sentenza, con la quale assolve l’imputato che hai difeso, in un processo il cui dibattimento è durato due anni, è un momento unico, che se da un lato ripaga il difensore per lo studio, per l’impegno che ha dedicato alla vicenda, dall’altro restituisce all’imputato la dignità che era stata lesa soprattutto, perché i la persona difesa era una persona in vista, perché essa aveva un ruolo rilevante nella società.
In questo modo, con l’assoluzione con la formula il fatto non sussiste, per i tanti reati contestati, si è chiuso davanti al Tribunale di Larino, il processo a carico dell’ex primario di Cardiologia Emilio Musacchio del San Timoteo di Termoli, assurto a rilevanza nazionale, reparto oggi ridotto al lumicino, in quanto la Azienda sanitaria mai ha ritenuto di provvedere a ricoprire il posto che le vicende giudiziarie, che in fin dei conti contestavano vizi privati, mettendo da parte le note virtù, avevano tolto al malcapitato primario. I vizi privati contestati si sono rivelanti insussistenti; il povero primario ha visto ripristinare la sua onorabilità. La difesa ha vinto! A perdere è stata la società civile; a perdere è stata la gente del basso Molise, a perdere è stata la gente di Termoli, a perdere è stata la sanità. La sentenza ha ridato la dignità all’ex primario, ma non ha potuto dare, né potrà ridare ai molisani della costa, quel gioiello che era un reparto “violentato” dall’indagine, reparto che fronteggiava gli infarti, che fronteggiava le aritmie, che ti ridava la vita e la speranza. Vittoria della giustizia, rammarico per quello che era e che ormai non è più».

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