«Situazione critica nel basso Molise», furono queste le parole che il 5 ottobre 2022 vennero pronunciate dal Procuratore distrettuale Nicola D’Angelo, dopo il blitz che aveva portato ad arrestare 18 persone, per traffico di stupefacenti tra San Severo e la porzione di territorio con base costiera e relativo hinterland. Una evoluzione processuale, però, che ha visto due sere fa, al termine di una camera di consiglio maratona di quasi dieci ore, non accogliere le testi sull’associazione a delinquere, su cui erano incardinate le richieste del Pm, da parte del collegio presieduto dal presidente del Tribunale di Larino, Michele Russo. Dopo le condanne avute in primo grado col rito abbreviato, nel filone campobassano, cala così il sipario – sempre in primo grado – sull’inchiesta antidroga White beach. Sette condanne e 11 assoluzioni, sui 18 gli imputati giudicati da Russo assieme alla giudice relatrice Tiziana Di Nino e dalla giudice Francesca Sansone al Tribunale di Larino. Il Pm aveva richiesto anche pene variabili tra i 6 e i 12 anni. Il collegio non ha riconosciuto il profilo dell’associazione a delinquere su cui era incardinato il giudizio. Tra i 18 imputati c’erano anche la compagna e la suocera del principale indiziato, giudicato con rito abbreviato a parte (condannato a 7 anni), al tribunale di Campobasso; difese dall’avvocato Ruggiero Romanazzi, per cui sono state comminate condanne per 8 e 6 mesi, scagionate dalla detenzione di 770 grammi di cocaina. Altre condanne sono state decretate per altri 4 imputati: a due anni e nove mesi, uno anno e 3 mesi e la pena più grande per due imputati a sette anni e sei mesi. Infine, una ulteriore condanna a 5 anni e sei mesi. Il 5 ottobre 2022 a Termoli, Campomarino, Sant’Elia a Pianisi, Guglionesi e San Severo, i militari del comando provinciale Carabinieri di Campobasso dettero esecuzione a 18 misure cautelari, emesse dal Gip del Tribunale di Campobasso su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia (di cui 14 custodie cautelari in carcere, 3 domiciliari ed 1 obbligo di dimora), a carico di 18 soggetti di nazionalità italiana ritenuti responsabili del reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (art.74 D.P.R.309/90). Nel corso dell’indagine denominata “White beach” – condotta con l’ausilio di attività tecniche, osservazioni, pedinamenti, perquisizioni e l’escussione di numerosi testimoni – erano già stati effettuati 4 arresti in flagranza e diversi i sequestri di sostanza stupefacente per un totale di circa 960 grammi di cocaina, 120 di hashish e 70 di marijuana. L’attività di indagine aveva evidenziato come dietro ad un’importante escalation di consumo di cocaina e hashish, sul territorio vi fosse un pericoloso sodalizio composto da pregiudicati sanseveresi e molisani che, avvalendosi del supporto di elementi della criminalità foggiana per il rifornimento della sostanza stupefacente, ha aggredito con sistematicità e profondo radicamento la zona della fascia costiera molisana, estendendosi capillarmente nell’entroterra della provincia di Campobasso. Da qui la contestazione dell’associazione che avrebbe avuto sede in Campomarino Lido presso l’abitazione del principale indagato, un incensurato sanseverese da molti anni residente in Molise, il quale, con la collaborazione dei familiari. Basi dello spaccio erano sia gli appartamenti in uso agli indagati sia alcuni esercizi pubblici della costa deputati all’incontro con gli acquirenti e stabiliti come luoghi di ritrovo per gli stessi indagati. Secondo gli inquirenti lo stupefacente proveniva da San Severo e l’approvvigionamento avveniva con staffette, servizi di vedetta e scorte ai corrieri, i quali viaggiavano sulle strade statali che collegano Puglia e Molise con comuni autovetture, a volte appositamente preparate con l’individuazione, negli abitacoli, di intercapedini e alloggiamenti per nascondere lo stupefacente. Tuttavia, il Tribunale di Larino ha disarticolato gli episodi di spaccio, classificandoli come singoli e seppur ci sono condanne significative, non è stato comprovato il reato associativo.

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