Dopo la partecipazione al progetto sulle strategie di lotta ai narcos in Equador il criminologo Vincenzo Musacchio è intervenuto nella trasmissione “Newsroom – Storie dal mondo” che andrà in onda su Rai Tre stasera alle ore 21 e ha così esordito: «Per arginare l’emergenza fentanyl l’Italia dovrà cooperare con la magistratura e le forze di polizia della Cina investendo in tecnologie più moderne e in formazione. Il fentanyl è una droga che potrà avere effetti devastanti anche per in nostro Paese. La rete è il luogo principale della sua commercializzazione ed è lì che occorrerà concentrarsi nelle attività di contrasto. Il fentanyl, attualmente, si trova facilmente nel dark e nel deep web, dove è possibile comprare di tutto. Le moderne organizzazioni criminali hanno piattaforme di ultima generazione con cui possono comunicare in maniera criptata. Gli Stati, ad oggi, non dispongono di tecnologie adeguate per consentire un livello elevato d’intercettazione». Musacchio ha poi continuato sostenendo che «nel contrasto a questa nuova sostanza, occorre tenere nella giusta considerazione anche la cosiddetta “zona grigia” (hacker, chimici, esperti di riciclaggio) che è spesso funzionale agli interessi in gioco. Le nuove mafie hanno un bisogno continuo di rapporti con i vari professionisti del settore, pertanto, l’azione di prevenzione e di repressione non potrà non essere pluridimensionale». Musacchio ha sostenuto che la formazione degli investigatori sarà fondamentale. Dovranno conoscere la chimica, l’informatica, l’economia e la finanza, le scienze perché servono per avere chiara la migliore modalità di contrasto di queste nuove mafie. Per Musacchio, la situazione attuale, sia in Italia sia in Unione europea, è ancora nella fase embrionale. La legislazione tuttavia è poco efficace, la formazione è ancora ad un livello progettuale. Per contrastare queste nuove organizzazioni criminali occorrerà cambiare passo. La sfida sarà per i prossimi 5-10 anni, quindi, credo non riguarderà solo l’attuale Governo. Riuscire a fermare l’arrivo massiccio di questo farmaco in Italia sarà certamente una delle sfide più grandi che dovremo affrontare. Sarà indispensabile rinforzare la cooperazione internazionale. Bisognerà fare di più con i nostri partner internazionali. Musacchio ha concluso affermando che l’interesse delle mafie italiane, in primis, la ndrangheta, è certo. Da un kilogrammo di polvere di fentanyl al costo di diecimila euro è possibile produrre un milione di mini pasticche che vendute a venti euro l’una fruttano sul mercato venti milioni di euro. Ecco il motivo per cui le mafie sono già interessate a questa sostanza chimica peraltro richiestissima soprattutto nel mercato europeo e non più solo negli Stati Uniti. Occorrerà una forte volontà politica che fornisca strumenti globali per provare a risolvere un problema che presto sarà anche europeo e italiano.

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