Al via ieri a Larino la festa patronale di San Pardo, quella più attesa, più amata da chi ama Larino. Tre giorni di fede e tradizione, che ricongiungono i Larinesi con la loro storia e la loro appartenenza. Quella di popolo unito intorno al suo Santo Patrono, San Pardo, capace ogni anno di donare alla comunità pace e concordia, amore e accoglienza. Lo spirito vero di Larino e dei Larinesi, che a San Pardo rifiorisce e risplende come i fiori sui carri, come il rispetto tra uomo e animale, come il legame che ci deve unire non solo tre giorni, ma tutti i giorni dell’anno. Che sia un San Pardo sereno e di gioia, vissuto da tutti i protagonisti, Carrieri in testa, con coscienza e competenza, rispetto e orgoglio. In Molise e in tanti Paesi del Mondo guarderanno la nostra splendida ed unica festa. Ricordiamoci di essere “in vetrina” sotto lo sguardo di tutti e mostriamo loro quant’è bella la Città di Larino e la sua Festa Patronale». Come ricorda Giuseppe Mammarella, direttore dell’Archivio storico diocesano, «Poco prima del tramonto del primo giorno, San Pardo “manda” simbolicamente un “invito” (Croce astile seguita, di solito, da un sacerdote e da un ristretto numero di fedeli) che potremmo pressappoco definire “semplice”, a tutti i Santi venerati nelle varie chiese cittadine, perché essi prendano parte al “trattenimento” indetto in quella particolare circostanza, paragonabile, in qualche modo, ad un banchetto nuziale o ad una festa di compleanno. I simulacri raggiungono la cattedrale dove vengono sistemati lungo le due navate laterali, per “far compagnia” a San Pardo ed esser pronti a partecipare alla grande processione in suo onore del giorno seguente. Manca, però, l’ultima effige, quella di San Primiano, il primo dei tre Martiri Larinesi nonché Compatrono della città e della diocesi, che viene prelevata in una forma molto più imponente, poiché si tratta, questa volta, di una “convocazione” davvero speciale. Sono quasi 130 carri, dalla foggia trionfale o dal formato a capanna, buona parte di cui trainati da buoi, artisticamente addobbati e ricoperti di fiori che, subito dopo il tramonto, si avviano lentamente dal centro storico medioevale verso la parte alta dell’antico capoluogo frentano, e precisamente sul sito dove, sotto Diocleziano, furono martirizzati i tre Larinesi Primiano, Firmiano e Casto. In questo luogo, sui resti di una basilica paleocristiana e del famoso monastero benedettino di San Primiano, dagli albori del Settecento, sorge un piccolo tempio dedicato allo stesso primo Martire Larinese, intorno al quale, sul finire negli anni Trenta dell’Ottocento, venne realizzato il Cimitero. Qui la statua di San Primiano è deposta sull’ultimo dei carri, quello più antico. E’ ormai notte fonda ed è anche il momento culminante dell’intera affascinante manifestazione in cui “domina” in assoluto l’immagine del Compatrono. I carri, in una fantasmagoria indescrivibile di luci alimentate, in particolare, dalle migliaia di fiaccole poste ai due lati dell’interminabile corteo, ritornano nella piazza antistante il duomo per collocare all’interno del monumentale sacro edificio anche il simulacro di San Primiano». Oggi, 26 maggio, ricorre la solennità di San Pardo. Il programma prevede alle 8 la celebrazione eucaristica per tutta la comunità dei larinesi in Cattedrale. Alle 10.30 solenne pontificale presieduto da monsignor Nunzio Galantino, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana con la partecipazione del vescovo Gianfranco De Luca, vescovo della Diocesi di Termoli-Larino e dei sacerdoti della città e della comunità diocesana. La messa sarà animata dal coro della Cattedrale “Don Luigi Marcangione”. A mezzogiorno la benedizione dei carri e la processione per le vie del centro storico. In serata, alle 19, messa in Cattedrale. Domenica 27 maggio, dalle 10.30, processione dei carri verso la chiesa di San Primiano; nel pomeriggio, alle 16, ritorno dei carri e rientro dell’immagine sacra con la celebrazione eucaristica conclusiva.