Lo stop del sindaco, che ferma l’inizio dei lavori dell’impianto a biomasse, è arrivato in serata mentre era in corso l’assemblea cittadina convocata dal Comitato Riccia Borgo Pulito, che si è riservato di esprimere un giudizio dopo aver letto il provvedimento. La guardia resta alta, l’opposizione alla centrale che si vorrebbe realizzare in contrada Piana della Melia giovedì sera si è materializzata in una riunione molto partecipata. Ad aprire i lavori Marika Testa, presidente del comitato e giovane imprenditrice nel settore della ristorazione, che ha fatto da padrona di casa dando la parola a tecnici e esperti.
A spiegare il funzionamento delle centrali a biometano è stato l’agronomo Carlo Di Domenico, che si è soffermato sui pro e i contro, sui rischi connessi ad una cattiva gestione di questi impianti, sugli effetti negativi che hanno sull’ambiente circostante dovuto alla diffusione di odori sgradevoli, di quanto sia importante che questo tipo di impianti siano realizzati a servizio di singole aziende o di consorzi circoscritti, che ne controllano la gestione e soprattutto la dispersione del digestato e delle acque di risulta nei terreni, momenti delicati e pericolosi perché legati a rischio di smaltimenti illegali. Il dottor Enrico Santoriello invece ha parlato a nome del comitato ed evidenziato il mancato coinvolgimento della cittadinanza e il silenzio colpevole dell’amministrazione sull’intero iter conclusosi, dopo due anni, il 22 ottobre scorso con l’autorizzazione dell’avvio dei lavori. Secondo il comitato ci sarebbero state violazioni di norme, in particolare quando si fa riferimento alla enorme quantità di biomasse che la società dovrà lavorare e che non sarebbero reperibili sul territorio come invece si legge nella relazione tecnica. Senza contare – rileva il dottore Santoriello – i pareri ambientali carenti che rendono la procedura incompleta tanto da indurre il comitato a chiedere la revoca immediata e in autotutela del provvedimento.
Durante il dibattito grande scalpore hanno suscitato le parole pronunciate dal sindaco durante un incontro con i membri del comitato, secondo cui non c’è da preoccuparsi perché il progetto sarà venduto a terzi: l’ipotesi che potrebbero subentrare aziende campane, che tanti disastri ambientali hanno causato nella loro terra portando morte e malattie, ha fatto rabbrividire l’intera platea. In chiusura l’intervento dell’avvocato Ciamarra, presidente della sezione di Italianostra Molise, che ha parlato dell’altro progetto, il parco eolico da realizzarsi sempre a Riccia e che ha fatto sobbalzare dalla sedia pure il sindaco di Cercemaggiore visto che le opere di connessione verrebbero realizzate invece sul ‘suo’ territorio. Anche l’associazione, in linea con Gino Mascia, ha espresso la necessità di fare fronte comune contro quella che si profila una vera e propria invasione in una regione dove sono già presenti 300 torri e ha superato abbondantemente la produzione di energia rinnovabile prodotta secondo quando era stato previsto da provvedimenti ministeriali.