Porre un vincolo ambientale su quella porzione di territorio tra Riccia e Cercemaggiore così da bloccare sia l’impianto a biomasse che il parco eolico.
Due affaire che stanno facendo discutere, e anche tanto, l’opinione pubblica sia a Riccia, dove si è costituito un Comitato civico, sia a Cercemaggiore, qui invece a guidare la resistenza è il sindaco Mascia, e che adesso approdano in Consiglio regionale con una mozione presentata dalla capogruppo dem Micaela Fanelli. «Non siamo contro le energie alternative – assicura l’ex sindaca di Riccia per due mandati – non siamo contro gli investimenti privati sul nostro territorio. Siamo invece contrari a qualsiasi progetto che impatti negativamente sulle nostre aree ad alto pregio naturalistico, ambientale e con rilevanti evidenze culturali, che potrebbero porsi in contrasto con le esigenze delle imprese, delle produzioni agroalimentari di qualità e delle strutture ricettive e turistiche presenti. Siamo contrari alle speculazioni dove ci guadagnano pochi e questi pochi non sono minimamente interessati alla sostenibilità ambientale, economica e sociale».
Va precisato che al momento gli iter procedurali di entrambi i progetti sono in standby. Circa due settimane fa l’inizio dei lavori della centrale a biogas è stato stoppato dal Comune di Riccia vista la non ottemperanza di alcune clausole autorizzative da parte della società campana con sede a Dragoni interessata al mega investimento (si parla di 12 milioni di euro). L’amministrazione ha poi presentato le proprie osservazioni al ministero per la Transizioni ecologica anche per quanto riguarda le torri eoliche da realizzare nella stessa area (località Piano della Melia) e relative all’impatto ambientale paesaggistico che l’impianto potrebbe determinare vista la presenza nelle vicinanze di siti di interesse comunitario.
Il documento presentato da Micaela Fanelli intende invece impegnare il governatore Toma ad attivare con la Soprintendenza dei Beni Ambientali ed Archeologici in Molise l’iter per la dichiarazione di notevole interesse pubblico ai sensi dell’art 136 comma 1 lettere a) e d) del Decreto legislativo n. 42/2004 sull’area interessata dai due progetti che destano molta preoccupazione nel gruppo regionale del Pd. «Da settimane, insieme al collega Vittorino Facciolla – evidenzia Fanelli – stiamo studiando ogni singolo aspetto dei due progetti presentati e più ci addentriamo nei particolari, più sorgono dubbi sulla “neutralità” degli stessi. Per questo, abbiamo già interessato formalmente e per iscritto il Dipartimento di Servizio e Tutela ambientali della Regione Molise, al quale è stato chiesto di nominare un rappresentante regionale che partecipi all’attività istruttoria della Commissione Pnrr-Pniec, rilevando la sussistenza di un evidente interesse regionale concorrente, così come previsto dall’art. 8, comma 2-bis del D.Lgs. 152/2006, cosa che è stata fatta».
La richiesta del vincolo troverebbe conforto soprattutto nel fatto che l’area in questione, ricompresa fra la strada Mazzocco ad est e la strada Cerignano ad ovest, è particolarmente vicina ad una serie di laghi.
In subordine, la capogruppo dem chiede a Toma di promuovere presso il ministero della Cultura, interessando anche la Regione Campania, la dichiarazione di notevole interesse pubblico nonché l’attivazione di un tavolo di coordinamento per l’approvazione del Piano paesaggistico regionale ai sensi del D. Lgs. 42/2004, coinvolgendo la Commissione consiliare competente, le amministrazioni comunali coinvolte, l’amministrazione provinciale di Campobasso e tutti gli stakeholders.
«Sarebbe quanto mai opportuno, anche per il futuro, integrare le disposizioni regionali in materia di autorizzazioni per gli impianti da fonti rinnovabili, prevedendo importi più elevati, rispetto agli attuali, per la richiesta di fideiussioni bancarie o assicurative, ex D.M. del 10/09/2010. E nel caso di aree di particolare pregio ambientale e naturalistico – conclude Fanelli – come quella in cui si vorrebbero far sorgere i due impianti, la Regione, nell’ambito della Conferenza dei servizi, eventualmente avvalendosi dell’Arpa Molise, dovrebbe stabilire l’importo della fideiussione in non meno di 30 milioni di euro per l’impianto eolico e di 15 milioni di euro per l’impianto di biometano. Importi commisurati all’investimento previsto, a garanzia degli interventi fortemente impattanti sul territorio interessato. Tutto questo perché l’affidabilità dei proponenti è tutto in un avvio di un procedimento che impatta notevolmente sul territorio. Imprenditori seri non ci si improvvisa e le garanzie fideiussorie adeguate scoraggiano da ogni tipo di speculazione, oltre che garantire eventuali ripristini».