Niko Pandetta, il trapper catanese che il 30 luglio scorso ha cantato sul palco di Pietracatella nonostante le proteste e le richieste di annullamento arrivate anche dall’associazione antimafia “Antonino Caponnetto”, è indagato dalla procura etnea.
Pesanti le accusa a suo carico, tanto da indurre il magistrato titolare dell’inchiesta a chiederne l’arresto.
La notizia è della scorsa settimana. Ma il consigliere regionale campano Francesco Emilio Borrelli, che da anni porta avanti battaglie social contro il malaffare, l’ha resa nota il giorno di Ferragosto postando sul suo profilo Facebook un articolo di Live Sicilia.
È utile ribadire che pochi giorni prima del concerto molisano Pandetta doveva esibirsi a Torrocuso. Ma la prefettura di Benevento vietò la manifestazione. In Molise, invece, tutto è filato liscio come l’olio.
Pandetta, nipote del capomafia Turi Cappello, stando a quanto si apprende da vari organi di informazione, sarebbe il mandante della notte di violenza all’Ecs Dogana dello scorso 21 aprile.
La Procura di Catania – scrive Live Sicilia – ha chiesto la misura cautelare anche per il trapper, ma il gip Pietro Currò ha rigettato l’istanza. Il motivo scatenante della rissa e della sparatoria in via Dusmet sarebbe la mancata esibizione durante lo show di Tony Effe nella discoteca del porto qualche giorno prima.
Alcuni giovanissimi vicini – anche per legami di sangue – al clan Mazzei di Catania, precisamente al gruppo di Intravaia (Gioacchino è sposato con la figlia del capomafia Santo e sorella di Nuccio), hanno impedito a Pandetta di salire sul palco. Un’opposizione che ha scatenato diverse tensioni: durante i tafferugli il neomelodico ha urtato anche la fidanzata di uno del gruppo degli Intravaia. Lo scontro è degenerato con un ferimento con un tirapugni. Il 21 aprile ci sarebbe stato il regolamento di conti. Per la Procura – e secondo fonti info-investigative – sarebbe stato Niko Pandetta a “istigare” Sebastiano Miano (detto Piripicchio) e i suoi carusi (del gruppo dei Cappello) – arrestati oggi (9 agosto, ndr) dalla Squadra Mobile – a “vendicare” il diniego dei “carcagnusi” a farlo cantare accanto a Effe.
Per il gip che ha firmato l’ordinanza «una fonte confidenziale» non può essere utilizzata né in fase processuale, né in fase cautelare. Anche se lo stesso giudice scrive che ci sono «seri indizi» per un «concorso esterno sul piano morale» di Niko Pandetta a quanto accaduto. Il gip evidenzia la sua presenza «nel teatro dei fatti» la notte del 21 aprile. E non si tratta per il giudice di una presenza «statica». Il neomelodico ha anche uno scontro nel privè della discoteca con il gruppo di Intravaia (dove si festeggiava un diciassettesimo compleanno) e per questo è stato allontanato dalla security dal locale. Ciononostante, da quanto risulta dalle testimonianze raccolte, il neomelodico sarebbe tornato in via Dusmet. E sarebbe stato questo “l’innesco” della rissa.
Niko Pandetta non è parte attiva nella sparatoria: le telecamere lo dicono chiaramente. Ed è proprio questo aspetto investigativo ad avergli evitato le manette.