La festività della Madonna della Salute di Castelmauro è una delle ricorrenze religiose più particolari e importanti nel basso Molise. Senza dubbio una delle manifestazioni dove la comunità locale è maggiormente coinvolta.
Per due componenti del comitato festa, Costantino Boccardo e Giovanni Sticca, la vicenda ha riservato un vero e proprio calvario che li ha condotto in Tribunale ma che, buon per loro, li ha anche visti assolti dalle accuse di truffa. Sì, perché a seguito di una indagine scaturita dalla contrapposizione proprio tra il “Comitato Feste Madonna della Salute Castelmauro” e quello della parrocchia di San Leonardo Confessore, i due sono stati rinviati a giudizio, col parroco don Antonino D’Aulerio che si è perfino costituito parte civile nel processo penale.
«In concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, con artifici e raggiri, consistiti nello stipulare un contratto di contro corrente presso la locale filiale di una banca, intestato al “Comitato Feste Madonna della Salute Castelmauro”, inducevano in errore i fedeli della Madonna della Salute che effettuavano offerte di denaro, pensando che sarebbero confluite alla parrocchia di San Leonardo Confessore, nella persona del parroco, approfittandosi invece di una parte ingente di tali somme di denaro, con pari danno dei fedeli», questo il capo d’accusa, da cui però sono usciti immacolati.
Infatti, l’istruttoria dibattimentale, dopo l’escussione dei testi ammessi, non ha evidenziato prova certa sulla sussistenza dei fatti che arrivano fino al giugno 2017, quando venne chiuso un conto corrente del comitato. In particolare, come si legge nella sentenza del giudice monocratico di Campobasso, Boccardo – sacrista della Parrocchia – nel tempo si era impegnato nell’organizzazione della festa della Madonna della Salute, a partire dal 1997, coordinando le manifestazioni di spettacolo con le attività liturgiche del Comitato presieduto proprio dal parroco che aveva riservato piena fiducia allo stesso lasciandogli gestire le offerte in denaro donate dai fedeli. A un certo punto, il rapporto fiduciario intercorso per molti anni si è interrotto tra parroco e comitato, proprio sull’organizzazione dell’edizione 2017, che li vide persino comparire dinanzi al vescovo della diocesi di Termoli-Larino, dove don Antonino aveva palesato la volontà di sciogliere il comitato e sostituirne gli organizzatori. Per questo nel giugno 2017 fu consegnata una somma di 20mila euro al parroco, a estinzione del conto corrente, resa pubblica dal comitato con una lettera di commiato che riportava la contabilità minuziosa dal 1999 al 2016. Il giudice monocratico Incoronata Padula, nella sentenza pubblicata nel luglio scorso, ha accertato che nella gestione non ci sono stati né artifici e né raggiri poiché, nonostante l’assenza di registrazione dei movimenti, la prassi era consolidata nel tempo e su basi fiduciarie, con trasparenza e correttezza.
Resta sullo sfondo l’amarezza di una questione che ha visto sentimenti di rivalsa prendere il sopravvento sulla devozione.