Oggi è un affermato avvocato ma molti, in particolare gli appassionati di calcio, lo ricordano soprattutto come calciatore della Lazio. Stiamo parlando di Renato Miele che, in vacanza a Torella del Sannio, paese d’origine dei genitori, si è fermato a Trivento per salutare alcuni amici come Fernando Massimo.
L’occasione diventa subito motivo per ricordare antiche sfide come quella con il Campobasso, ovviamente lui indossava la maglia della Lazio, sulla carbonella del vecchio “Romagnoli”. Per la cronaca allora vinse il Campobasso con un goal di Biagetti a 10’ dal termine.
Arrivato alla Lazio nella stagione 1982-1983, ha giocato con grandi talenti come Giordano, D’Amico, Cacciatori e Manfredonia.
«Io – racconta l’ex difensore – avevo cominciato con le giovanili della Lazio e dopo aver giocato in serie C e serie B nel 1982 tornai a Roma. Quell’anno la Lazio era in serie B e fu allora che la mia strada si incrociò con quella del Campobasso. L’anno successivo tornammo in serie A. Erano gli anni in cui in Italia giocavano tanti calciatori stranieri come Maradona, Zico, Falcao e Krol».
Miele ci racconta anche un altro episodio della sua vita da calciatore che pochi conoscono. «Quando la Lazio nel 1983 tornò in serie A e acquistò il danese Laudrup a Ferragosto per non lasciarlo solo a Roma lo portai con me a Torella dove la mia famiglia trascorreva l’estate».
La carriera calcistica di Renato Miele era cominciata a Brindisi nella seconda metà degli anni 70’, dove conquistò la maglia della Nazionale italiana di serie C, per trascorrere poi quattro stagioni in serie B con le maglie di Pisa, Spal, Catania e Lazio, e due stagioni in serie A con la Lazio. Chiuse la carriera con la Triestina.
Mentre giocava in seria A si laureò in giurisprudenza cominciando a lavorare nello studio del padre Angelo, noto penalista della capitale, specializzato in esecuzione penale ed autore di articoli e testi giuridici.
Al suo attivo c’è anche la creazione del “Centro di allenamento per calciatori professionisti senza contratto” per conto della Associazione Italiana Calciatori e con il patrocinio della FIGC. Iniziativa proseguita dall’AIC e ancora oggi imitata anche a livello internazionale.
È stato anche opinionista e commentatore tv e radiofonico.
Giudice sportivo e procuratore capo del C.I.P. (Comitato Italiano Paralimpico) dal 1992 al 2006.
Nel 2001 ricevette l’incarico per la riforma e redazione del regolamento di giustizia sportiva della federazione suddetta. E proprio su questa tema, particolarmente spinoso specie nel mondo del calcio per i grandi interessi economici che ci girano intorno, ci anticipa che ha elaborato una proposta per la creazione di un Tribunale sportivo di secondo grado da sottoporre al ministro dello Sport.

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