Il primo giorno di isolamento totale coincide anche con la festa più cara ai riccesi. Doveva essere il giorno dell’accoglienza di parenti e amici intorno alla ‘tavola di San Giuseppe’ e dell’abbondanza con le tredici portate, invece ieri Riccia si è svegliata in un clima irreale per l’allarme Coronavirus.
A rompere il silenzio di un paese ‘fantasma’ l’Ave Maria che arriva dall’altoparlante montato sull’auto di padre Mario.
Riccia è isolata: da mercoledì sera – da quando cioè il governatore Toma ha firmato l’ordinanza – non si può né entrare né uscire dal paese. Insieme a Montenero di Bisaccia è ‘zona rossa’ e sono in vigore le stesse restrizioni applicate a Codogno, il comune lombardo dove si è registrato il primo cosa di Coronavirus. Da ieri quindi sono chiusi tutti gli uffici pubblici, vengono erogati solo i servizi essenziali e di pubblica utilità. Hanno accesso al paese invece gli operatori sanitari e il personale impegnato nei controlli e nell’assistenza. A presidiare i varchi di accesso e di uscita le pattuglie della Polizia di Stato.
«Ci è stato chiesto di compiere un ulteriore sforzo, alla luce dell’unico caso finora accertato e delle 60 persone attualmente in quarantena – dice il sindaco Pietro Testa annunciando la novità su facebook ai suoi concittadini- . Si potrà continuare a fare la spesa, i servizi pubblici e le attività private essenziali rimarranno aperte. Invito però, ancora una volta, tutti a limitare le proprie azioni a queste uniche esigenze, evitando qualsiasi tipo di incontro, rimanendo tutti tranquillamente in casa. Perché uniti, è la mia più grande certezza, ce la faremo».
Intanto il bollettino sanitario è fermo a un contagio, ma le persone in quarantena sono una sessantina. Numeri che alla fine hanno indotto il presidente della Regione a procedere con la chiusura di Riccia dove non si escludono evoluzioni. Ricordiamo che la stretta sulle misure di contenimento del Covid-19 è partita dopo che è risultato positivo un dottore di Campobasso che presta servizio anche alla postazione del 118 di Riccia. Il primo passo è stato quello di ricostruita la rete dei contatti del medico in questi ultimi giorni. Per fortuna – riferisce il sindaco Pietro Testa – la postazione del 118 è stata poco affollata, in alcuni turni non è andato nessuno. In quarantena oltre ai collaboratori del medico ci sono tutti i familiari dell’81enne di Riccia ricoverato all’ospedale Cardarelli. In serata il resoconto della prima giornata da ‘zona rossa’ lo fa direttamente il primo cittadino con un post sui social. Un messaggio rassicurante che chiude la Festa di San Giuseppe che i riccesi non dimenticheranno mai.
«Cari cittadini – scrive Testa – è stata una giornata molto triste perché noi tutti non abbiamo potuto celebrare la nostra devozione a San Giuseppe, ma sono certo che ciascuno in cuor suo lo ha fatto. Per quanto riguarda la situazione di emergenza che stiamo vivendo, vi comunico che non vi sono evoluzioni. Il paziente, nostro concittadino, sta meglio anche se è lontano, in questo giorno speciale, dalla sua numerosissima famiglia»