Infiltrazioni della criminalità, sovente dalla Puglia, verso Molise e Abruzzo. E’ una realtà conclamata, ormai. Anzi, cronaca quasi quotidiana. Purtuttavia, la politica sembra non accorgersene, se è vero come è vero che dopo aver rimosso la sede distaccata del tribunale di Larino a Termoli (oggi divenuta sede della Polizia locale), dall’autunno prossimo accadrebbe lo stesso anche per la vicina Vasto. Basti immaginare, un tratto di costa che va da Foggia a Pescara, col solo presidio giudiziario di Larino (da sempre ballerino, peraltro). Di questo e altro abbiamo parlato col presidente dell’Ordine degli avvocati del foto frentano, Oreste Campopiano. «Il livello di democrazia e di libertà di uno Stato si misura sulla capacità e sulla efficienza dell’Ordinamento giuridico di garantire un giusto ed equo processo, celerità e rispetto, secondo regole e principi uniformemente applicati. In sintesi: tutela del contesto sociale da un lato; rispetto della dignità della persona e del diritto di ogni cittadino di accedere alla Giustizia. In Italia specie negli ultimi anni ci sono state distorsioni e polemiche nella Magistratura, che hanno affievolito il senso comune della Giustizia e la certezza della terzietà della funzione. Lo stesso Presidente Mattarella, nel recente discorso di insediamento davanti al Parlamento in seduta comune, ha fatto della Giustizia e della necessità di una riforma vera, uno dei passaggi centrali del suo intervento».
Uno dei poteri costituzionalmente disciplinati vede in crisi il proprio autogoverno.
«Innanzi tutto andrà avviata la riforma del Csm affinché sia davvero un organo costituzionale di tutela e di autogoverno della Magistratura a garanzia della indipendenza e non invece un organismo politico segnato da logiche correntizie, come purtroppo è emerso in questi ultimi anni in modo inequivoco.
Ritengo poi che non sia più rinviabile una riforma delle norme processuali, sia civili che penali, in una logica di semplificazione, che non riduca le garanzie; una adeguata normazione della responsabilità degli organismi giudicanti; la certezza dei tempi nelle decisioni e della pena. La garanzia per tutti i cittadini, anche i meno abbienti, di poter fruire del sistema Giustizia e di potersi difendere nel processo e non dal processo».
Tuttavia, l’accesso alla giustizia potrebbe divenire sempre meno semplice.
«Esiste da tempo il problema atavico della geografia giudiziaria. Io sono sempre più convinto che costituisca un errore di metodo e di merito pensare che la riduzione del numero dei presidi giudiziari sia un modo utile a ridurre costi e procedimenti. Da anni pressoché tutti i cosiddetti Tribunali minori sono in odore di soppressione o di accorpamento ad altre realtà più strutturate. Questa logica è doppiamente penalizzante, perché da un lato sguarnisce i territori da presidi necessari a garantire la sicurezza e dare risposta alle necessità ed aspettative delle comunità, dall’altro rischia di congestionare ulteriormente le realtà accorpanti con il rischio di ulteriori ritardi e costi sociali oltre che economici».
Quali rischi corriamo qui, nel basso Molise?
«E’ ben noto che anche il nostro presidio di Larino ormai da anni è in odore di soppressione, nel presupposto della mera logica dei numeri. Ma se si considera che a seguito della già disposta soppressione dei Tribunali di Vasto, Lanciano e Sulmona nella tratta da Foggia a Pescara resterebbe l’unico Tribunale di questo ampio e delicato territorio , si comprende agevolmente che il problema non può risolversi esclusivamente nella valutazione del costo economico o peggio ancora del numero degli affari pendenti . Colgo l’occasione per rappresentare che l’Ordine degli Avvocati di Larino non solo esprime piena solidarietà ai Colleghi dei vicini Fori abruzzesi, ma offre piena ed incondizionata disponibilità a sostenere tutte le iniziative che gli Ordini viciniori dovessero deliberare di adottare a difesa dei loro Uffici Giudiziari. L’emergenza sanitaria in atto ha aggravato una serie di problemi che già esistevano. In primis quello delle carceri con il sovraffollamento e le difficoltà di gestire gli incontri con i detenuti per finalità difensive. Le nuove modalità di gestione dei procedimenti da remoto nel settore civile in particolare, hanno in parte ridotto le concrete difficoltà anche di accesso agli uffici ed ai servizi giudiziari. Certamente la collaborazione tra le diverse componenti, magistrati, avvocati, personale giudiziario, sarà sempre più necessaria ed indispensabile. Anche sotto tale profilo i Tribunali minori sono in grado di garantire una maggiore fluidità e velocizzazione dei servizi».
Quali sono gli orizzonti della giustizia?
«Confidiamo che La nuova fase costituente che dovrà necessariamente aprirsi in tempi solleciti anche nel settore della amministrazione della Giustizia, tenga in debito conto la necessità di coinvolgimento della classe forense, riconoscendole il ruolo costituzionale che le spetta in vista di una nuova stagione riformatrice e di quanto individuato nel Pnrr».

Emanuele Bracone

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