Sempre più febbrili le giornate di febbraio per la categoria degli imprenditori balneari, che aspettano segnali di fumata bianca dal Governo per mettersi alle spalle le preoccupazioni relative alla direttiva Bolkestein, acuite dalla ordinanza del Consiglio di Stato del 9 novembre scorso. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’unanimità agli emendamenti al disegno di legge “concorrenza” che introducono la riforma delle concessioni balneari. Fissati i principi di tutela degli investimenti fatti e di chi deve il suo reddito prevalentemente dalla gestione di uno stabilimento balneare. Previsti meccanismi per investimenti legati al miglioramento del servizio, ma senza riverbero su prezzi e tariffe. Ci sarà una proroga fino alla fine del 2023 e partiranno le gare per le nuove assegnazioni a partire dal 2024. Tra i criteri da considerare nella definizione di una disciplina uniforme delle procedure selettive di affidamento delle concessioni balneari – come è indicato nella bozza di emendamento del governo per la delega con il riordino del settore sul tavolo del Consiglio dei ministri – c’è «la posizione dei soggetti che, nei cinque anni antecedenti l’avvio della procedura selettiva, hanno utilizzato la concessione quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare, nei limiti definiti anche tenendo conto della titolarità, alla data di avvio della procedura selettiva, in via diretta o indiretta, di altra concessione o di altre di attività d’impresa o di tipo professionale». Nei bandi di gara per le nuove concessioni balneari, secondo quanto si apprende, uno dei requisiti sarà quello di garantire a tutti l’accesso al mare. Una disposizione già prevista per legge ma oggetto di violazioni e abusi. E’ quanto previsto dalla riforma delle concessioni. Tra le regole per le gare andrà quindi prevista “la costante presenza di varchi per il libero e gratuito accesso e transito”, si legge nella bozza. Le concessioni rilasciate secondo procedure selettive (avviso pubblico di evidenza pubblica) e nel rispetto delle regole Ue resteranno efficaci fino alla scadenza fissata, quindi anche oltre il 2023. Contenuti riferiti dalle agenzie di stampa, in attesa della comunicazione formale da Palazzo Chigi. Con un occhio a quanto stava maturando, le associazioni non abbandonavano il territorio, confrontandosi continuamente con gli operatori turistici. Com’è successo ieri a Roseto degli Abruzzi, dove ha preso parte all’incontro del Sib anche il presidente regionale del Molise, Domenico Venditti. «Draghi ascolti la politica e i balneari», l’eco provenuto dall’Abruzzo, per voce del presidente locale abruzzese, Riccardo Padovano. «All’Hotel Bellavista di Roseto degli Abruzzi abbiamo tenuto un’assemblea generale dei balneari di Abruzzo e
Molise per fare il punto sul riordino del demanio marittimo e sulle audizioni parlamentari che si stanno tenendo in queste ore in merito alla questione della proroga delle concessioni balneari. Abbiamo incontrato oltre 200 operatori per fare il punto della situazione in un momento molto delicato per il settore», Padovano che assieme al presidente nazionale Antonio Capacchione, collegato da Roma in remoto, al vice presidente nazionale Simone Battistoni, a Domenico Venditti vice presidente Sib Abruzzo-Molise e a Roberto Cravero della Sib provinciale di Termoli hanno esposto le problematiche del settore ai sindaci della costa abruzzese e al vice presidente dell’Anci Abruzzo Enrico Di Giuseppantonio. «Al termine dell’assemblea, in riferimento al Decreto che dovrebbe approntare il Governo – ha spiegato Padovano – è stato stilato un documento con relativa iniziativa sindacale che prevede una manifestazione dinanzi al Parlamento con la costruzione di uno stabilimento balneare simbolico con sdraio e ombrelloni e con i cartelli delle città balneari più importanti. Questo per sensibilizzare l’opinione pubblica e far sapere agli italiani che il presidente del Consiglio Draghi e questo Governo vogliono cancellare dalle nostre spiagge gli stabilimenti balneari simbolo che hanno fatto la storia del turismo balneare italiano e per il turismo. Abbiamo annunciato questa iniziativa forte di Roma e altre manifestazioni sul territorio perché ora siamo veramente stufi. Abbiamo ascoltato da Roma delle dichiarazioni che sottoscriviamo in pieno e che dalla politica hanno detto al Presidente Draghi che prima di attuare una qualsiasi riforma delle concessioni demaniali bisognerà per forza di cose ascoltare i balneari e aver un confronto con le associazioni di categoria, i comuni e le Regioni. Il presidente del Consiglio Draghi non può pensare di andare avanti per la sua strada senza ascoltare la voce di migliaia e migliaia di aziende balneari che sono nel nostro Paese. L’assemblea chiede a gran voce di essere ascoltata. I balneari sono stanchi ma soprattutto esasperati e la categoria è in subbuglio e per questo ci appelliamo ai parlamentari abruzzesi, al presidente della Regione Marsilio per mettere in campo un intervento forte e scongiurare davvero in provvedimento che sarebbe una vera e propria porcheria per il settore dei balneari».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.