Recente protagonista anche di una risposta allo scrittore e giornalista Roberto Saviano, in tema di criminalità organizzata transnazionale, abbiamo interpellato e intervistato il giurista Vincenzo Musacchio, sull’attuale situazione dettata dal conflitto russo-ucraino.
Professore ci dice il suo pensiero sulla guerra in atto tra russi e ucraini?
«Tutte le guerre di qualsiasi genere e specie sono un orrore. Dimostrano la disumanizzazione del genere umano e la sua stupidità. Per quanto concerne quella in atto credo, da semplice cittadino, che Vladimir Putin abbia sbagliato totalmente la sua strategia politica. Avrebbe dovuto imporre una discussione in sede diplomatica. Un errore quindi sicuramente politico e non so dire se sia anche militare e strategico».
Cosa si poteva fare per evitare lo scontro bellico?
«Guardi, sono sicuro che i popoli non vogliano mai le guerre. Né in Russia, né in Ucraina. Sono Capi delle Nazioni a determinarle. Questo scontro poteva essere evitato se si fosse iniziato a lavorare già dopo la disgregazione dell’ex Urss. Uno dei mezzi più efficaci per prevenire le guerre è provare a rimuovere le cause che potrebbero determinarle. È mancata totalmente un’azione politica, diplomatica e culturale soprattutto da parte dell’Europa. Non si è fatto assolutamente niente e queste sono oggi le conseguenze dell’immobilismo».
Quali potranno essere le conseguenze per noi europei?
«Una guerra di questo tipo con una superpotenza nucleare coinvolta è un pericolo per tutti non solo per l’Europa. I russi avrebbero bombardato vicinissimo alla centrale nucleare di Zaporizhzhya, sfiorando un disastro nucleare di dimensioni apocalittiche. Questa centrale nucleare è la più grande d’Europa, paragonabile a sei Chernobyl. Se una bomba cascasse per errore nella centrale o un missile colpisse uno Stato membro dell’Unione europea o si abbattesse per sbaglio un aereo della Nato, cosa accadrebbe? Siamo di fronte al rischio di estinzione del genere umano, ce ne rendiamo conto? È il caso di ricordare che le più grandi tragedie belliche sono spesso nate da eventi non voluti».
Come se ne può uscire?
«Sicuramente non con la guerra ma con la diplomazia e le trattative serrate».
Ha senso mandare armi in Ucraina?
«Per me no! È però solo la mia opinione. Stiamo assistendo a una guerra tra un gigante e un moscerino. Possiamo mandargli tutte le armi possibili e immaginabili, ma sul piano militare la supremazia russa è fuori discussione. Questo naturalmente non significa che l’Ucraina non debba essere sostenuta. È l’Europa che deve intervenire con un ruolo dominante e deve farlo subito: serve una trattativa totale e continua. Putin va fermato ora».
La neutralità dell’Ucraina potrebbe essere una chiave risolutiva?
«Non sono un analista di guerra né tantomeno di geopolitica tuttavia penso che possa essere un’ipotesi da discutere anche se tardiva. Ciò che si dovrà fare ora, doveva essere fatto dopo la caduta dell’ex Urss. Ora non sarà per nulla facile ma si devono giocare tutte le carte possibili anche quelle impossibili. La guerra deve chiudersi subito prima che sia troppo tardi!»
Esiste il pericolo nucleare?
«Vorrei rispondere negativamente, purtroppo, credo che esista e non sia legato solo agli ordigni nucleari ma anche alle quindici centrali esistenti in Ucraina. Ripeto, l’Europa deve precipitarsi a promuovere una trattativa. Putin va fermato ora o alla fine ci sarà la possibilità che il rischio nucleare diventi concreto».
La guerra è sempre da condannare, nonostante ciò si creano fazioni pro-russi e pro-ucraini, non le sembra assurdo tutto questo?
«Non solo mi sembra assurdo ma mi preoccupa anche molto. Viviamo in un mondo diviso in fazioni. Provare a mediare è sempre più difficile e rischioso. O sei con me o contro di me. Vale per il Covid e per le vere tragedie umanitarie, come quella che osserviamo in Ucraina comodamente seduti nei nostri divani».

EB

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