Inversione a U della marineria molisana e dalla notte scorsa i pescherecci sono tornati in mare a distanza di 11 giorni dall’ultima volta. La scorsa settimana e anche ieri fermi agli ormeggi, dopo l’ultimo sbarco avvenuto nella serata di giovedì 3 marzo. Perché questo cambio di rotta? Solo domenica mattina, al termine di una drammatica assemblea ospitata al mercato ittico, nel porto, gli imprenditori, a maggioranza, avevano deciso di proseguire la protesta. Tuttavia, non tutte le marinerie dell’Adriatico hanno fatto lo stesso e quelle del cosiddetto “sopravento”, come viene chiamato in gergo quel pezzo di costa da Civitanova Marche in su, verso Veneto e Friuli, sono uscite in mare. Da qui, la scelta di tornare a pescare. «Ieri notte i pescatori molisani hanno ripreso il largo per gettare ancora una volta le loro reti in mare. La decisione è stata presa nel corso di un incontro che si è svolto lunedì mattina presso il Mercato ittico di Termoli. L’intento era quello di giungere comunque ad una decisione comune tra tutti gli armatori che avevano avviato insieme il fermo di protesta una settimana fa.
Le marinerie del Medio Adriatico hanno deciso di andare in mare per garantire l’approvvigionamento dei mercati anche locali, per questo la decisione di riprendere temporaneamente la pesca da parte della marineria molisana è stata inevitabile. La scelta di riprendere il lavoro è scaturita per garantire una distribuzione del pescato e non permettere l’ingresso di ulteriore pesce importazione e di altre marinerie. Ha contribuito anche la mancanza di una cassa integrazione per i lavoratori», hanno riferito le associazioni di categoria. «Dobbiamo pensare anche a sopravvivere, ma senza abbandonare le contestazioni comuni per la nostra causa», la voce unanime dei pescatori. «La protesta della scorsa settimana ha attirato l’attenzione dei media e della politica per un settore che sta soffrendo. Le buone intenzioni del Ministero per un primo provvedimento di 20 milioni è una prima boccata di ossigeno ma resta comunque la difficoltà della situazione del caro gasolio. Resta comunque lo stato di agitazione e nei prossimi giorni assieme alle marinerie di tutto adriatico si decideranno ulteriori forme di protesta».