«Dopo tre annunci, finalmente c’è stato un atto concreto». A esprimersi così è il segretario regionale molisano della Fiom-Cgil, Giuseppe Tarantino. Dopo aver lasciato spazio alle rappresentanze sindacali nazionali e alle componenti istituzionali, torniamo sull’insediamento confermato della Gigafactory Stellantis a Termoli, riaffermando le convinzioni delle parti sociali del territorio, in relazione alle sigle metalmeccaniche. Lo stesso Tarantino evidenzia che: «E’ positivo, senza dubbio, questo primo atto, specie per la conferma dell’investimento da parte del Governo. Ora, però, c’è bisogno di entrare nel merito del piano industriale, poiché la Gigafactory partirà entro il 2030. Da qui a quella data dovremo affrontare varie problematiche. Il primo aspetto da chiarire è l’impatto occupazionale, il secondo, altrettanto importante, è capire come agire sugli ammortizzatori sociali nel caso di un mercato dell’auto che confermasse la difficoltà attuale anche in un periodo medio-lungo. Per questo è fondamentale comprendere la missione produttiva nello stabilimento di Termoli. Il penultimo investimento del motore Firefly di 200 milioni di euro non può essere accantonato così repentinamente, va consolidato, così da far restare in produzione anche una parte della motoristica, così da rafforzare e incrementare i livelli occupazionali, viste anche le problematicità di tutto il Molise». Poi, Tarantino pone anche la questione del mancato tavolo regionale che nonostante le sollecitazioni la Giunta Toma non ha mai convocato. «Non c’è solo da stabilire quanti degli attuali 2.300 addetti (2.361, ndr) saranno assorbiti dalla Gigafactory, ma anche come verranno trasferiti nel nuovo ramo aziendale che ha siglato l’accordo con Regione, Mise e gli altri partner, come Total e Mercedes. Da tutelare anche i contratti degli stessi lavoratori». Infine, occorre vedere, per Tarantino, che missioni avranno sull’elettrificazione gli stabilimenti di carrozzeria, pensiamo Melfi, Mirafiori, Pomigliano, Cassino, per sapere i volumi delle future produzioni. A esprimersi anche la segreteria territoriale della Fismic-Confsal, con Giovanni Mercogliano (a congresso il prossimo 4 aprile). «L’annuncio ufficiale da parte di Tavares sulla realizzazione della nuova Gigafactory presso lo stabilimento Stellantis di Termoli è quello che tutti attendevamo da mesi. Si apre ora un nuovo capitolo per il sito bassomolisano, fondamentale per il suo futuro e per le tante persone che ci lavorano, in quanto lo stabilimento verrà aggiornato e integrato al cambiamento tecnologico verso una mobilità sostenibile che coinvolgerà il nostro paese e l’Europa da qui e per gli anni a venire. Incontri tra Governo e Stellantis ci sono sempre stati, ma ora si è suggellata l’intesa che vedrà Termoli protagonista di questo nuovo corso della transizione ecologica. Lo stabilimento si avvia verso il futuro e i lavoratori dovranno essere formati adeguatamente. L’importanza dell’intesa si evidenzia dalle scelte che Europa e Italia hanno assunto in materia di mobilità sostenibile, viene sottolineato anche dal piano Dare Forward di Stellantis. Termoli sarà il cuore pulsante di questo orizzonte produttivi, fornendo le future batterie che equipaggeranno i veicoli». Francesco Guida, della Uilm provinciale, ha voluto porre l’accento, invece, sulla continuità occupazionale che l’accordo garantisce e il futuro nell’impiego di lavoratrici e lavoratori. «Questo avviene nel 50esimo compleanno dello stabilimento di Termoli, a dimostrazione del grande contributo fornito fin qui dal territorio. Le prossime settimane saranno importanti per capire e conoscere i dettagli di questa Gigafactory. Noi ci adopereremo affinché ci sarà la continuità produttiva per tutti i lavoratori e che nessuno resti indietro». Corposa l’analisi della segreteria interregionale della Fim-Cisl, con Marco Laviano. «Da settimane era attesa solo l’ufficialità del protocollo di intesa tra il Ministero dello sviluppo economico e la parti datoriali che dovranno sostenere gli investimenti per la realizzazione della tanto attesa Gigafactoy presso lo stabilimento Molisano. Come Fim-Cisl abbiamo sempre creduto e sostenuto la realizzazione di tale progetto su Termoli Plant, anche quando l’incertezza delle dichiarazioni del Ceo Stellantis lasciavano ancora dubbi sull’effettiva scelta del territorio italiano come destinazione ideale per il futuro delle produzioni di batterie per le autovetture elettriche del gruppo. Sapevamo che le tre società, Stellantis, TotalEnergies e Mercedes dovevano solo definire le sinergie paritarie per dare il via alla neo Joint Venture Acc e che promette di esser il leader europeo nelle produzioni di batterie per veicoli elettrici. Ancora una volta è opportuno sottolineare come il dedito lavoro degli operai di questo stabilimento, continua a ripagare la fiducia del gruppo Stellantis, indirizzando facilmente le scelte che renderanno il nostro stabilimento pronto per le sfide del futuro. Abbiamo sempre sostenuto che la Gigafactory a Termoli sarà la vera opportunità per il rilancio di tutta la filiera produttiva dell’automotive, non solo molisana ma per l’Italia intera, ma ci teniamo a sottolineare come le attuali produzioni di motori endotermici sono da considerare a tutti gli effetti il nostro ‘immediato’ futuro, sono ad oggi il tessuto economico industriale che nonostante la crisi di settore incide ancora sul pil italiano. Il nuovo piano industriale di Stellantis Dare Forward 2030 è tanto ambizioso, certamente genera molte aspettative ma non è ancora definito né nel suo perimetro produttivo né in quello occupazionale, ha sicuro bisogno di tempo, e per questo ribadiamo che la transizione energetica non può solo esser imposta ma andrà soprattutto gestita con un continuo sostegno alle aziende con politiche attive ed industriali, con una nuova riforma degli ammortizzatori sociali e sulla crescita delle competenze. Difatti ora più che mai serve preparare e studiare un vero piano di formazione continua puntando forte su upskilling e reskilling per preparare tutti noi alle nuove figure professionali che la nuova Gigafactory dovrà avere. È impensabile pensare oggi a questo stabilimento senza le produzioni di motori endotermici. Come Fim-Cisl la nostra posizione è sempre stata chiara, dovrà coesistere il parallelismo tra le due produzioni endotermico – elettrico, non possiamo permetterci di poter scegliere. Il presente delle nuove motorizzazioni premium 2.0T4, V6 e GSE sono figlie dell’impegno quotidiano nel lavoro di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori di questo territorio e con orgoglio pensiamo a tenercele strette. Dobbiamo assolutamente consolidare i prodotti endotermici ed affiancare la ricerca, lo sviluppo e la produzione delle batterie per le nuove auto elettriche del gruppo. Ora serve sfruttare il poco tempo a disposizione per realizzare presso il Plant anche un polo di ricerca e di studi coinvolgendo gli atenei universitari, per sviluppare proprio a Termoli i progetti i disegni e le tecnologie delle nuove batterie. Ci auguriamo che questa opportunità dia nel breve tempo sviluppo sostanziale al territorio molisano e soprattutto alle sue infrastrutture per renderlo attrattivo a nuovi investitori, è necessario proteggere e garantire il lavoro dell’indotto di Termoli Plant, la sostenibilità di questo progetto deve trovare nuova energia soprattutto nel rinnovabile per renderci autonomi da quelle che possono esser le questioni geopolitiche del futuro, e per contrastare l’egemonia mercantilistica europea».
Emanuele Bracone

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