Iniziato intorno alle 17.30, un’ora dopo l’impegno fissato alla Giunta regionale del Molise, è durato almeno fino alle 20 l’incontro della struttura commissariale, rappresentata da Donato Toma, Giacomo Papa e dalla direttrice alla Salute Lolita Gallo, l’incontro con la delegazione del comitato San Timoteo. In agenda la consultazione-concertazione avviata dal presidente-commissario ad acta molisano verso la stesura del nuovo Pos 2022-2024, che dovrebbe vedere la luce entro pochi mesi.
Prima dell’associazione adriatica l’incontro era stato riservato all’Ordine degli infermieri. A Campobasso si sono recati il presidente Nicola Felice, Italo Di Iorio e Gianni Cardillo, questi ultimi sono due medici e componenti del direttivo del comitato San Timoteo. «Ci troviamo su tutto, con l’ingegnere Felice e gli altri due delegati. Nel corso dell’incontro hanno esternato delle valutazioni e delle osservazioni che sono risultate perfettamente coincidenti con le linee guida che intendiamo portare avanti nel lavoro di stesura del nuovo Pos 2022-2024». Con queste parole, il presidente-commissario Donato Toma ha marchiato a fuoco l’esito del confronto atteso con la compagine civica termolese, che da nove anni si batte per la tutela dell’ospedale San Timoteo. Toma ha evidenziato come le proposte che arriveranno dal Molise al tavolo tecnico ministeriale configurano obiettivi analoghi, non soltanto sulla situazione del nosocomio di viale San Francesco, ma anche su tutto il resto della programmazione sanitaria nel Molise.
Mi hanno anche lasciato un documento che sintetizza la posizione del comitato San Timoteo, di cui abbiamo peraltro discusso direttamente con loro». Questo, poiché, come ha rimarcato nelle settimane scorse proprio Toma, la metodologia di lavoro che si sta portando avanti non è quella della contrapposizione, ma del dialogo, alla ricerca di punti di convergenza utili alla causa. «Così ho voluto impostare le riunioni con gli stakeholders – ha ribadito il commissario ad acta – con un ragionamento da fare insieme e proposte da mettere sul tavolo, esattamente com’è avvenuto in questo incontro.
Entrando nel merito, abbiamo convenuto sul fatto che a Termoli debbano restare operative tutte le specialistiche, ma non solo. L’ospedale San Timoteo è un ospedale non solo di base, per la presenza di altre specialità, oltre alle quattro previste per un primo livello. Si è ragionato su alcune soluzioni per creare sinergie di confine. È stata trattata anche la vicenda del servizio di emodinamica, che dovrebbe migliorare con l’esito dei concorsi che abbiamo espletato e anche ci si è trovati d’accordo sulla strategia di individuare i primari nei vari reparti, anche per attrarre di più i giovani medici che vorranno contrattualizzarsi. Sulla programmazione abbiano convenuto che case della salute, ospedali di comunità e altre strutture debbano avere maggior personale rispetto all’attuale». Il confronto è stato interessante e costruttivo, utile alla causa della stesura del nuovo Pos. Toma definisce in prospettiva il San Timoteo un ospedale di base rafforzato, non perderà nulla, dovremo poi affrontare il carattere operativo, dove alcune specialità andranno irrobustite, per garantire il funzionamento h24. Sul Punto nascita la criticità è superare la soglia dei 500 parti l’anno, obiettivo – ha detto Toma – «auspicabile ma complicato», come peraltro riconosciuto anche dagli stessi delegati presenti ieri al rendez-vous. «Rafforzare tutto quello che nessuno ci può togliere», la sintesi rappresentata da Toma, che ha anche messo in rilievo come tutti gli incontri sin qui svolti sono andati bene. Avremmo voluto riportare anche il pensiero del comitato San Timoteo, ma a margine dell’incontro con Toma, Papa e Gallo, ieri sera non hanno riferito nulla.

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