Nelle ore in cui viene diffusa la relazione della Dia sulla criminalità organizzata continua il tour de force della cosiddetta antimafia sociale, che sta vedendo protagonisti don Benito Giorgetta e il collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura. Ieri pomeriggio gli autori del libro-intervista “Passiamo all’altra riva” – Switchare la vita?, testo che si frega della prefazione di Papa Francesco e della post fazione di don Luigi Ciotti, sono stati ospiti a Foggia, nell’ambito dell’incontro “Mafie, società civile e denuncianti: il cambiamenti culturale nella società civile”. Presenti Luigi Cassio, presidente associazione nazionale ‘I cittadini contro le mafie e la corruzione’ e Mario Spezia vice presidente associazione ‘Sostenitori dei collaboratori e testimoni di giustizia’, Sonia Alfano, figlia del giornalista Beppe Alfano, Piernicola Silvis scrittore, Antonino Bartuccio, Marcello Mariella e da moderatore Domenico Di Conza, portavoce Nazioni Unite Academic Impact. Ma l’appuntamento clou è quello in programma stasera, alle 18, al cinema Oddo, dove il libro sarà presentato alla presenza del presidente della commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, di don Luigi Ciotti, del vescovo Gianfranco De Luca, con intervento del sindaco Francesco Roberti e moderatore Emanuele Bracone. Il volume cerca di entrare, con discrezione, nel terreno “accidentato” di chi ha praticato la violenza producendo morte e divisioni, avendo fatto della logica mafiosa il suo stile di vita. Le domande poste all’ex mafioso ed ora collaboratore di giustizia, Luigi Bonaventura, offrono ad ognuno, attraverso le sue risposte sincere e stimolanti, la possibilità di farsi un’idea di cosa significhi vivere in terre, famiglie e contesti nei quali la mafia ha sempre dominato e spadroneggiato. Ma siccome “l’uomo non è il suo errore” e non si può pensare che la persona non possa mai uscire dal suo passato tenebroso, ecco che si dischiude al lettore l’esperienza del cambiamento, del passaggio “all’altra riva”. In questa circostanza saranno ricordate tutte le vittime di mafia e di ogni altra forma di violenza e tutti coloro che hanno perso la vita per difendere la legalità, la giustizia e il rispetto. Il ricavato della vendita del libro sarà devoluto in beneficienza. L’immagine di copertina “La speranza nella tempesta” è opera dell’artista di Termoli, Fredy Luciani. Ne abbiamo parlato proprio con don Benito Giorgetta: «Lo scopo di questo libro è quello di attirare l’attenzione, di accendere la luce su questi fenomeni criminosi che, sempre di più, stanno prendendo, purtroppo, terreno, impegno anche in Molise. E, quindi, è ora di svegliarci. E’ ora di guardare con maggiore profondità e maggior serietà questo tipo di problematiche. La geografia della mentalità mafiosa e ndranghetista in modo particolare, è diffusa in modo capillare su tutto il territorio nazionale. Nella nostra regione si vedono sempre più segni evidenti di questa presenza, criptata e nascosta. Per questo bisogno aprire gli occhi e usare le lenti d’ingrandimento culturali, sociali, religiose ed economiche per poterle scoprire. Il messaggio sta passando perché il primo articolo lo fece, a suo tempo, l’Osservatore Romano e, attraverso i media Vaticani c’è stata una vasta risonanza. Si sta diffondendo sempre di più l’idea di approfondire questo concetto e analizzare il fenomeno. Stare all’altra riva sarebbe un monito per tutti. Stare all’altra riva è il titolo del libro che è stato scelto proprio perché è esortativo nei confronti di chiunque. Ogni uomo, cominciando da me che lo sto dicendo, ha bisogno di passare all’altra riva. Ognuno di noi ha sempre qualcosa da raggiungere, ha sempre un oltre da realizzare. E’ un onore poter ospitare don Luigi Ciotti e il presidente della commissione antimafia Nicola Morra e, soprattutto, è un onore poterli ascoltare. Dedicano le loro vite interamente a queste problematiche, in particolare don Luigi Ciotti che, per motivi di segretezza non posso dire, ma rientrerà proprio in aereo dopo un lungo viaggio per essere presente qui e il giorno successivo prenderà un altro aereo per spostarsi per dire e raccontare la sua instancabile fatica nel dare una parola di allarme, di sostegno e di conforto e, indicare le vie risolutive di quello che è il problema della mafia. La storia di Luigi Bonaventura vuole essere un monito per fare antimafia sociale, ogni azione parte sempre dal cuore dell’uomo. Il punto di partenza è la nostra esistenza».