Incontrandolo al liceo Jacovitti, in occasione del terzo e ultimo confronto con studenti delle scuole superiori termolesi in materia di rischi e prevenzione della sessualità, di cui tratteremo a parte, il direttore facente funzioni del reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale San Timoteo, Dino Molinari, ha faticato a esprimersi riguardo le dinamiche relative al Punto nascita, di cui Primo Piano ha riportato mercoledì scorso, nella cronaca del Consiglio regionale, l’istanza di chiusura reiterata dal tavolo tecnico ministeriale, e su cui Toma ha fatto leva sul disposto del Tar Molise, che accogliendo l’ultima sospensiva, ne ha blindato l’attività sino al prossimo ottobre.
«Preferisco non affrontare questo argomento, non è questa l’occasione giusta – ci ha riferito Molinari – io so soltanto che ogni articolo pubblicato non fa altro che portare discredito e sfiduciare e scoraggiare l’utenza. Forse è il momento, se non è già troppo tardi, di un confronto aperto tra gli operatori (a cui dare finalmente voce) e i vari soggetti chiamati in causa nel prendere le decisioni, dalla struttura commissariale, alla conferenza dei sindaci, ai vertici Asrem. Devono essere affrontati aspetti e proposte mai presi in considerazione». Molinari, quindi, fa riferimento diretto alla norma, il decreto-legge 13 settembre 2012 n. 158, noto anche come decreto Balduzzi, dal nome del ministro della Salute Renato Balduzzi del governo Monti. Un atto normativo di cui abbiamo sentito parlare quasi ogni giorno, convertito in legge dal Parlamento l’8 novembre 2012 (n. 189).
«E’ una situazione che, ormai, va avanti da anni, dal decreto Balduzzi del 2012 – sottolinea Molinari – tante cose, forse, potevano essere fatte. Non so se è ancora possibile, se c’è ancora tempo per affrontare apertamente il problema tra gli operatori, tra chi lavora quotidianamente nel settore del punto nascita e chi deve prendere decisioni, sperando di non dovere soltanto subire perché sarebbe un grande problema. Io credo che vanno affrontate, anche con incontri pubblici, delle tematiche, vanno ascoltate delle proposte che noi operatori possiamo dare affinché qualcosa possa cambiare e vedere, non il destino segnato, ma dare credibilità al punto nascita con innovazioni che sono fattibili».