Il tavolo tecnico ministeriale spinge per chiudere il Punto nascita e il presidente-commissario Donato Toma, pur trincerandosi dietro alle sentenze del Tar Molise, dichiara di avviare assieme all’Asrem la riorganizzazione del servizio per l’utenza bassomolisana che fa capo all’ospedale San Timoteo. Ma qual è la reazione in loco? Abbiamo provato a interpellare il sindaco, Francesco Roberti, che per ben due volte aveva impugnato alla giustizia amministrativa i provvedimenti di chiusura, ma non ha risposto e non siamo riusciti a sentirlo. Chi, invece, ha detto la propria è stato il comitato Molisanità L 113 (Ex “Voglio nascere a Termoli”), che avviò la battaglia all’indomani del decreto di chiusura dell’estate 2019, promuovendo raccolta firme e fiaccolata. «Non è vero che si sta cercando di salvare il nostro nosocomio e nella fattispecie il nostro Punto nascita , non è vero che ci si sta impegnando nei tavoli tecnici; ciò che si sta facendo è buttare fumo negli occhi, ancora, in vista delle prossime elezioni regionali, intrise di promesse false e inutili, al fine poi di giustificarsi dicendo: ci abbiamo provato ma non ci siamo riusciti! Ora basta! Non ci state provando e non ci avete mai provato! Far esistere un Punto nascita al di sotto dei 500 parti è possibile eccome ma nessuno lo fa perché gli obiettivi sono altri: chiudere Termoli perché di fatto è stata venduta a tavolino ormai anni orsono. Isernia ne è l’esempio, e non lo diciamo per campanilismo ma perché è un dato di fatto oggettivo: Isernia che si trovava nelle stesse condizioni ebbe la deroga perché qualcuno si batté affinché ci fosse, migliorandone successivamente gli standard, per mantenere la deroga ottenuta. E la volontà fu politica! Oggi per volontà politica, si riesce a riprogrammare un nuovo ospedale e a Termoli non sono capaci nemmeno di far riaprire un bar? La verità è che per Termoli chi si è battuto? Nessuno! E se così stanno le cose nessuno lo farà! Per quanto riguarda il Punto nascita, nello specifico, c’è un iter che bisogna seguire ma nessuno lo fa! La richiesta di deroga deve essere presentata al Comitati percorso nascita nazionale (al capo del quale c’è udite, udite Urbani, non grandissimo amante della nostra cittadina) , da parte dell’assessorato della sanità della regione Molise, sentito il Comitato Percorso Nascite Regionale, che avvalendosi di una relazione, scritta dall’Asrem e dal Punto nascita di Termoli, con una serie di elementi e standard qualitativi utili alla valutazione chiede la concessione per la deroga. La Regione Molise è commissariata; il commissario è il nostro stesso presidente Toma quindi cosa succede? Succede che il presidente e commissario Toma deve sentire il parere del comitato percorso nascite regionale che ha come presidente il dottor Doganiero (ginecologo di Campobasso) e inviare la richiesta di deroga al Comitato Percorso nascita nazionale. La domanda sono: da quanto non si riunisce il percorso nascite regionale, che serve come passaggio necessario, affinché si possa avviare la procedura per la richiesta di deroga? Non si riunisce da anni! E perché non si riunisce e nessuno fa in modo che si riunisca? Perché lo stesso Toma, conoscendo la situazione e l’iter da seguire, non convoca il Comitato percorso nascita regionale? Come pretende Toma di dire e di farci credere che ha chiesto o chiederà una deroga per il punto nascite di Termoli sapendo benissimo che l’iter da seguire è questo e solo questo? Ecco allora che a ragion veduta, in una visione ben chiara delle varie responsabilità, crediamo che nessuno stia facendo nulla per difendere concretamente il Punto nascita di Termoli e preservare il diritto di una buona parte della popolazione molisana. Tutti sanno, che per quanto il Tar possa darci ragione, che per quanto i comitati si possano battere, che per quanto i sindaci possano cercare di schierarsi contro le decisioni scellerate, se non verrà messa in atto questa semplice procedura, il ministero, a ragione veduta su base puramente tecnica, chiederà ed otterrà la chiusura del nostro Punto nascita. Una cosa è certa: se c’è un modo, un qualunque modo, affinché, finalmente, questa procedura si attivi, noi la intraprenderemo».

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