«Una straordinaria collaborazione con una collega romena». E’ partita sottolineando questo l’avvocato Ernestina Piscopo, per chi non lo ricordasse, sindaco di Campomarino tra il 2002 e il 2004, nel raccontare una vicenda che assurge a interesse nazionale e internazionale, pur prendendo le mosse dalla costa. Un minore trattenuto alcuni mesi contro la volontà della madre in Romania, e che è stato restituito alla famiglia, la mamma e il nonno, dal 28 gennaio, giorno del rientro solitario della genitrice, lo scorso 13 aprile, in tempo per la Pasqua, per fortuna. In mezzo, una storia triste e una battaglia legale, avviata allo studio Tibi Ius, del corso Nazionale, col gancio decisivo di Tamara Evdochimov. Necessario il ricorso e l’applicazione della Convenzione dell’Aia, che nel giro di un mese e mezzo ha portato alla ordinanza che poi è stata eseguita con gli ufficiali giudiziari. Questo è solo il primo gradino del braccio di ferro, visto che ora toccherà alla giustizia ordinaria vagliare le istanze della mamma, che chiederà l’affido esclusivo del piccolo. Un gesto del nonno, al loro re-incontro, ha sciolto la tensione e rotto il ghiaccio, il bimbo aveva già mostrato meno empatia e attaccamento, dopo il periodo vissuto senza la figura materna. Questo è l’esempio di come la radicazione fuori dal focolare domestico con la presenza di entrambi i genitori possa determinare sconvolgimento nell’assetto affettivo dei minori. Solo tra Italia e Romania ci sono almeno 40 casi l’anno di minori trattenuti contro la volontà di uno dei genitori. I riflettori su vicende che nascono in ambito comunitario, ma vedono contrapporsi sistemi giuridici e legislativi differenti, si sono accesi ieri, dalle ore 11, presso la sala riunioni dello studio legale “Tibi Ius”, sul Corso Nazionale 75, dove ha luogo la conferenza stampa degli avvocati Tamara Evdochimov, in teleconferenza dalla Romania, Ernestina Piscopo e Giorgia Felice concernente il caso di un minore trattenuto all’estero contro la volontà della madre, ricondotto in Italia dopo poco più di due mesi. Nell’incontro con gli organi d’informazione locale, è stata sottolineata la straordinaria collaborazione i legali del “Tibi Ius” e la collega romena, che ha permesso di chiudere con un lieto fine una vicenda appassionante, breve, intensa, come quello del trattenimento di un minore all’estero senza il consenso della madre, che si è risolto positivamente con il piccolo rientrato in Italia e accolto dalla mamma e dai nonni, dopo oltre tre mesi. Lo scorso 7 gennaio il nonno del piccolo si è presentato allo studio legale, dalla Piscopo, per esporre il caso.
La mamma e il bimbo erano andati in Romania con il padre. Doveva essere una breve vacanza, che però si è trasformata in un incubo. La donna è stata vittima di aggressioni fisiche e violenze psicologiche. Le è stato permesso di tornare in Italia, ma senza il piccolo. Della vicenda si sono interessati i giovani legali Giorgia Felice e Alessandra Mariotti, col contributo di Gianluca Chimisso, che Ernestina Piscopo hanno contattato Ambasciata e Consolato italiano, attivando la Convenzione internazionale dell’Aia, che lo scorso 23 marzo ha dato i frutti sperati, nell’arco di un mese e mezzo dal ricorso. La collaborazione con Tamara – la collega romena – ha permesso di risolvere il caso in breve tempo. Il Tribunale di Bucarest sulla base della Convenzione dell’Aja sulla sottrazione di minori ha disposto la restituzione alla madre di un bambino di due anni e mezzo di origine molisana, trattenuto in Romania dal padre dalla scorsa estate; la sentenza prevedeva, per ogni giorno di ritardo ad ottemperare, il pagamento di una sanzione pecuniaria a carico del padre. Nei giorni scorsi la madre e il nonno hanno raggiunto il minore e lo hanno riportato in Italia. e di Bucarest su restituzione alla madre. La giovane donna di Termoli accettando di trascorrere una breve vacanza estiva in Romania con il fidanzato romeno dal quale ha avuto un figlio di 2 anni e mezzo – e dal quale aspetta un secondo bambino – ma una volta nel villaggio, si è resa conto di non riuscire a tornare in Molise. Solo dopo cinque mesi riesce a tornare in Italia per il parto del secondo figlio, ma senza riportare il bimbo di due anni e mezzo, trattenuto e costretto a restare nel villaggio del padre la cui abitazione risulta in condizioni igieniche precarie. «Sono riuscita a far tornare in Italia otto minori – ha spiegato l’avvocato romeno Edvochimov – mentre per altri nove non si è riusciti perché sono stati nascosti. La sentenza del Tribunale di Bucarest è stata favorevole e la vicenda è andata bene. Le donne non devono avere timori – ha concluso la Piscopo – e devono far valere i propri diritti».