Si celebrano oggi pomeriggio i funerali di Fabrizio Caputo. «Improvvisamente, in seguito a un grave incidente stradale, si è spenta l’anima buona e generosa dell’indimenticabile Fabrizio Caputo». Con queste parole di commiato, la mamma Antonietta, il padre Michele, la fidanzata Angela, zii, cugini e nipoti, annunciano con grande dolore la scomparsa del loro caro, che un destino infausto ha sottratto loro a soli 30 anni. Via via di gente da ieri pomeriggio alla camera ardente allestita in via Egadi, per porgere condoglianze e abbracciare idealmente e fisicamente la famiglia di Fabrizio e il ragazzo che ha pagato con la vita lo scontro sulla statale 16, all’altezza del bivio per Rio Vivo, in cui è rimasto coinvolto nel tardo pomeriggio di sabato, quando era in sella al proprio maxi scooter e stava facendo rientro a Termoli. Il motoveicolo ha urtato una Hyundai che lo precedeva, divenendo bersaglio inevitabile della Renault che viaggiava in direzione opposta, condotta da un 22enne di Foggia. I tre mezzi sono sotto sequestro per decisione della Procura, stessa Procura che come avevamo anticipato, ha evitato l’autopsia sulla salma di Fabrizio, rilasciando ieri mattina il nulla osta alla sepoltura, permettendone la restituzione del feretro alla famiglia. Così, subito si è messa in moto la macchina per organizzare l’ultimo saluto, che immaginiamo sarà sovraffollato. A celebrare alle 16.30 le esequie ci sarà il vescovo Gianfranco De Luca, che solo tre giorni prima ha accompagnato con la sua omelia la salita in cielo del 14enne Nicola Stante a Montenero di Bisaccia. I funerali hanno luogo nella chiesa di San Francesco. Proseguite nelle ultime ore le testimonianze di vicinanza alla famiglia, come quella di Giancarlo Granito: « Permettetemi di esprimere tutto il dolore mio e della mia famiglia per un ragazzo che sono sicuro resterà per sempre nel cuore di chi lo ha conosciuto. Fabrizio Caputo, ancora riesco a parlarne al passato, era un ragazzo solare, un imprenditore che a soli 30 anni portava avanti un’attività importante a Termoli che dà lavoro a tanti dipendenti, tutti amici. Un ragazzo che amava l’amicizia e che si era perfettamente integrato nella comunità termolese anche con iniziative sociali e benefiche. Mio figlio oltre che amico è stato un suo dipendente e ora non sappiamo darci pace per questo ragazzo dall’animo gentile e sempre disponibile. Non riesco nemmeno a immaginare il dolore di Michele e Antonietta che con tanti sacrifici si sono spostati dalla Basilicata qui a Termoli per quel ragazzo che aveva tutte le caratteristiche dell’imprenditore di successo, come del resto aveva già ampiamente dimostrato. Quella strada maledetta ci ha strappato un figlio bravo, buono ed intelligente, sempre cordiale e disponibile con i clienti della sua attività e, come dice la zia, un vero gioiello. Fabrizio sarai sempre con noi e nelle nostre preghiere e se puoi da lassù dai la forza a mamma e papà per superare questo immenso dolore. Ricordi quando ti vedevamo con mio figlio Matteo, mia moglie vi diceva sempre sembrate due fratelli. E ti assicuro che Matteo ha perso un fratello. Ti vogliamo bene e non ti dimenticheremo mai. Un bacio grande figlio nostro e di tutta Termoli». Ma c’è stato anche modo di cogliere spunti di riflessione, «Spero che il sacrificio di una giovane vita serva a realizzare un’opera stradale utile a tutti. A chi si accorge di aver scordato qualcosa e deve tornare a Termoli, a chi esce dal distributore e deve andare verso Campomarino, a chi esce da Rio vivo e deve entrare in città; a chi sarà costretto a rallentare in prossimità di essa e, con il consenso della famiglia, magari intitolarla proprio al ragazzo. Sono anch’io addolorato per una giovane vita spezzata pur non avendolo conosciuto», il post pubblicato da Antonio Raimondo.

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