Niente addetti ai lavori, sparute rappresentanze politiche e due comitati, per il resto, l’invito lanciato dalla Rete della Sinistra-Termoli Bene Comune alla cittadinanza, in un tardo pomeriggio di martedì 23 agosto, peraltro uggioso, è stato raccolto da tanta, tanta gente. Notevole l’afflusso in via Sannitica, davanti alla chiesa di Sant’Antonio, sotto gli occhi del parroco don Timoteo Limongi, evidentemente il tema della salute pubblica e del diritto alle cure è sentito e non poco e secondo i promotori una campagna elettorale scevra da queste tematiche lascia un pessimo presagio. Parola a Marcella Stumpo, che come si suol dire, inizia col botto: «Poco fa mi hanno riferito che una donna ha avuto un infarto, ed è morta, purtroppo, nella notte scorsa, mentre la stavano trasportando al Cardarelli, è questo che succede da noi». Frase che ha reso ancora più mordace l’assemblea. Dopo la conferenza stampa di lancio effettuata sabato scorso in piazza Sant’Antonio, le tre proposte sono state reiterate davanti alla folla presente e a suo modo scalpitante. Sulle gradinate, i presidenti dei comitati San Timoteo, Nicola Felice – intervenuto dopo i due relatori – e Cinzia Ferrante del Molisanità L 113, della partita anche Laura Venittelli, come Casa dei Diritti. «Ogni giorno assistiamo impotenti alla progressiva distruzione del nostro ospedale e di tutto il sistema della sanità pubblica regionale; sollecitati da molti cittadini, riteniamo sia arrivato il momento di parlarne ancora insieme, esporre le nostre proposte, ascoltarne altre e concordare iniziative che spezzino questo silenzio civile: il silenzio uccide, mai come in questo caso. Crediamo che una presenza dei cittadini (costante, ferma, pacifica, ma che non arretra e non accetta di essere messa da parte) sia fondamentale nell’imporre ai decisori politici le scelte che tutti vogliamo, e che vanno nella direzione opposta a quelle mese in atto finora. Diamo voce alle nostre paure, all’insicurezza in cui ci costringono a vivere, ma soprattutto ai nostri diritti. Esigiamo le soluzioni possibili, che esistono. Pretendiamo che non si decida per noi senza di noi», invito preso alla lettera. Tre i punti messi a fuoco al centro dell’iniziativa che ha avuto luogo oggi nella piazza antistante alla chiesa di Sant’Antonio. Una campagna assunzioni a termine indeterminato, per reperire medici, infermieri e Oss, non con fondi regionali, visto che il deficit si è allargato di altri 5 milioni di euro. Fondi extra, che dovranno uscire da un confronto urgente tra Regione e Ministero. Concorsi di primariato, via i vertici manageriali degli ultimi 4 anni. «Ci vogliono persone competenti che abbiamo voglia di costruire, non di distruggere». L’attenzione è rivolta chiaramente sulla sanità, che offre se non tutti i giorni, quasi, spunti di polemica e discussione. Non c’è periodo migliore che quello in cui la politica per ovvi motivi deve dialogare con la cittadinanza per porre temi così dirimenti. È così davanti a un numero cospicuo di cittadini indignati, la Rete della sinistra, con Marcella Stumpo e Pino D’Erminio, ha riaffermato le loro posizioni.
«Non possiamo parlare più di crisi e basta. Il sistema, ormai, è talmente disfunzionante. È venuta meno la garanzia della copertura dei servizi fondamentali di uno stato civile, di uno stato democratico che è quello della tutela della salute dei cittadini. Speriamo che venga ribaltato il ragionamento che hanno fino ad ora imposto: i conti non sono in ordine e bisogna rimetterli in ordine. Dopo 15 anni di cura o presunta cura per superare il debito, il debito è rimasto.
Non ci sono vantaggi ma solo servizi deperiti.
Hanno tagliato il personale sanitario. Non si ha la possibilità di fare i turni in maniera regolare. Gli straordinari sono diventati ordinari.
C’è il rischio per i pazienti perché se un medico è sovraccaricato c’è un rischio maggiore. Quando tutto sarà congruo e tutto tornerà a essere normale, allora potremmo tirare un sospiro di sollievo. Non hanno avuto accortezza nello smantellamento dei servizi ma dovrebbero averla adesso nel ripristinarlo.
Non esiste più la posizione del primario ma solo del facente funzione. Questa è una gravissima situazione. Non essendoci concorsi si indebolisce la figura del primario. Bisogna indire i concorsi».
Quindi il passaggio sulla necessaria rivoluzione nella sfera manageriale dell’Asrem, di cui si invoca un deciso turnover.
Parola quindi a Nicola Felice, che ricordando l’impegno del comitato San Timoteo ha esternato delusione per come la vicenda abbia di fatto visto smantellato l’ospedale di Termoli, così come severa la critica ha chi ha gestito, negli anni, il comparto, da destra, centro e sinistra.
La Venittelli ha raccontato l’odissea del cugino Raffaele, casus belli finito anche al Tar.
L’umore delle persone rasenta l’indignazione e lo dimostrano i tanti applausi ai passaggi più duri, mossi contro chi non ha fatto nulla per migliorare la situazione sanitaria nel Molise.

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