Il tema energia sarà il dossier numero uno del Governo Meloni, atteso al giuramento in queste ore. Tra i settori che maggiormente soffrono della bolla speculativa ci sono gli armatori, con la pesca allo stremo, ormai da quasi due anni. Federpesca lancia un nuovo allarme e con esso anche un appello alla politica: «Negli ultimi giorni da tutte le marinerie italiane riceviamo dati preoccupanti relativamente ai prezzi del gasolio che continua ad aumentare vertiginosamente. Una situazione che sta provocando la decisione di molte imprese di interrompere nuovamente la propria attività a causa di costi di produzione troppo alti che non garantiscono alcun margine di profitto – fa sapere la Federazione Nazionale delle Imprese di Pesca – purtroppo il peggio non è passato: abbiamo di fronte numeri e proiezioni che stanno portando ad una vera e propria tagliola per un settore primario fondamentale per il nostro Paese e alla mancanza di pesce locale sulle tavole degli italiani nei prossimi mesi. Per questo, auspichiamo che il nuovo Governo venga presto incaricato e, insieme al Parlamento, affronti tra le sue priorità le problematiche del settore della pesca e dell’autonomia strategica, energetica e alimentare, dell’Italia», così in una nota la Federazione Nazionale delle Imprese di Pesca. Intanto, al fine di contrastare gli effetti negativi derivanti dall’aumento straordinario del caro energia, la Commissione Europea ha autorizzato Ismea a mettere a disposizione delle imprese agricole e della pesca ulteriori liquidità, utilizzando la conversione volontaria in contributo a fondo perduto del 35% del prestito loro concesso e garantito da cambiale pesca. Il portale Ismea dedicato (https://strumenti.ismea.it/) è operativo per la presentazione delle domande, esclusivamente in forma telematica, dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 17.
Ricordiamo che nel maggio 2020 l’intervento mediante cambiale della pesca si è reso necessario per la corresponsione di un prestito a tasso zero, fino a 30 mila euro per una durata pari a 5 anni, di cui i primi 2 anni di preammortamento. Successivamente, nel luglio 2020, è stato potenziato lo strumento con la possibilità di allungare la durata del prestito a tasso zero a dieci anni complessivi. La finalità del prestito si è reso necessario per assicurare liquidità alle imprese. Il valore nominale del prestito non poteva superare il 50 per cento dell’ammontare dei ricavi del soggetto beneficiario e comunque non superare l’importo di 30 mila euro con tasso di interesse pari a zero. Quindi le imprese che hanno in essere tale finanziamento garantito da cambiale pesca, attraverso questa nuova operazione di conversione parziale facoltativa, potranno convertire il loro debito in contributo a fondo perduto, fino al 35% del valore nominale del prestito stesso.
L’aiuto pari al prestito concesso verrà imputato tra gli “aiuti sotto forma di sovvenzione diretta” di cui alla Sezione 3.1 del Quadro Temporaneo per le misure di aiuti di Stato che prevede, per la circostanza, un massimale par a 120.000 per le imprese della pesca e dell’acquacoltura. Inoltre, a Termoli, riunione di emergenza dei vongolari al mercato ittico, per l’annosa questione delle taglie minime, ma anche della scarsa pescosità del tratto di mare molisano. Hanno deciso di ridurre lo sforzo di pesca, con due uscite settimanali e con una produzione massima di 25 sacchetti, contro i 40 retini portati fino a ieri.

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