Lascia una moglie, due figli, nuora e nipoti. Il 72enne Maurizio Proietti si è accasciato improvvisamente al suolo in via Maratona, mentre l’attraversava, ieri mattina, intorno alle 9, minuto più, minuto meno. Era sceso dall’abitazione poco distante, nel quartiere Sant’Alfonso, quando un malore l’ha colto in modo grave e poi fatale. A soccorrerlo per primi sono stati i Vigili urbani, con uno degli agenti che gli ha praticato la rianimazione cardio-polmonare, per poi prendere il defibrillatore di via Montecarlo, quello messo a dimora nella zona del mercato da Lions e Misericordia, purtroppo l’infarto era stato micidiale e all’arrivo dei soccorritori del 118, intervenuti da Larino, con testimonianze che parlano di una buona mezz’ora dalla segnalazione dell’emergenza, saranno poi i referti ufficiali a dirlo con esattezza, non c’è stato che costatare l’avvenuto decesso, vano ogni sforzo per sottrarre alla morte il pensionato. La postazione di via del Molinello, nell’ambito della sede distrettuale Asrem, a Termoli, era impegnata in un’altra emergenza, in via India. Una vicenda che ripropone l’atavica questione sulla esistenza di un solo equipaggio in città. I funerali del 72enne hanno luogo oggi alle 15.30, alla chiesa del Crocifisso, ma ieri, sui social e tra la gente, questa vicenda ha scatenato ancora critiche feroci e collera. «Per un evento verificatosi in Via Maratona a Termoli è stato necessario attendere il soccorso da Larino. Ma ci rendiamo conto? Non è mica la prima volta. Tutto ciò è drammatico, immorale, ingiusto. Una vita che si spegne, che chiede aiuto. Rimanere impotenti di fronte ad una simile tragedia turba ogni coscienza», uno dei commenti postati su Facebook. «Un mese fa ho prestato un primo soccorso a una persona coinvolta in un sinistro stradale. Ho affrontato la criticità mettendo a disposizione tutte le mie conoscenze professionali attendendo l’arrivo di mezzi di pronto soccorso allertati dai presenti con tempismo e urgenza. L’ambulanza è giunta da Larino dopo 40 minuti. Cosa altro dire oltre ciò che dico e denunciamo? Dal presidio ospedaliero di Termoli in considerazione al luogo del sinistro e le strade esistenti sarebbe stato raggiungibile in meno di 5 minuti», una testimonianza diretta. Poi, anche da Larino non si sono fatti attendere: «E se in concomitanza a Larino e paraggi qualcun altro avesse avuto un infarto? Sicuramente sarebbe stato difficile gestire nei tempi… il territorio molisano è tutto penalizzato! E per quanto riguarda le strutture vederle semi chiuse pensando a ciò che hanno dato in passato alla nostra gente in termine di cure, lavoro e professionalità fa una rabbia atroce! I paesi si spopolano anche per questo motivo! Ridate dignità a questa terra e permetteteci di vivere e date un futuro a nostri pochi giovani!» In terra frentana ancora si cova il ricordo del dramma di Michele Cesaride.