Seguire le dinamiche sindacali è complicato, specie nella galassia Stellantis. Quasi da montagne russe le tendenze, che vedono le prospettive legate alla Gigafactory (ma che provocano sempre meno entusiasmo a causa delle incognite di natura occupazionale) e le contingenze produttive attuali, che dall’avvento del Covid in poi hanno visto sconvolte anche le condizioni del mercato dell’auto in Occidente. Il 2023 non porterà buone novelle, soprattutto per le 1.207 famiglie i cui rispettivi lavoratori impiegati a Rivolta del Re dovranno sostenere l’ennesimo contratto di solidarietà, almeno fino alle ferie estive. Queste le novità rese note nel briefing avvenuto ieri mattina, nell’ambito del comitato esecutivo di stabilimento insieme alle segreterie territoriali delle varie organizzazioni sindacali firmatarie del Ccsl, che peraltro si sta rinnovando (a fatica). «Vista la necessità di far fronte, alla complessità dell’attuale situazione dei mercati, alla mancanza di materiali e forniture essenziali ed alla continua mancanza di semiconduttori è stato sottoscritto per le aree “Unità Cambi Transimssion” ed unità “Motori Fire” un nuovo contratto di solidarietà difensivo (Cds) nel periodo che va dal 9 gennaio 2023 al 30 luglio 2023. I lavoratori interessati saranno in totale 1207 (308 per unità Cambi e 899 per unità Fire), per i quali abbiamo chiesto ed ottenuto la maturazione dei ratei mensili dei relativi istituti contrattuali e di legge. Abbiamo richiesto l’impegno da parte della direzione di applicare un’equilibrata alternanza tra presenze e sospensioni dal lavoro compatibilmente con le esigenze aziendali», la nota diffusa dalla rappresentanza sindacale della Fim-Cisl ai propri iscritti, ma vale per tutti.

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