Tiene banco la polemica interna al personale Asrem riguardo al blocco dell’attività operatori all’ospedale San Timoteo, a causa della carenza di anestesisti. «Come è possibile garantire la sicurezza dei medici e dei pazienti in queste condizioni e non solo gli interventi chirurgici e come è stato possibile che sia stato permesso tutto questo?» E’ la domanda rivolta dal patologo clinico Giancarlo Totaro, che già intervenne anche in precedenza, sempre sulla vertenza dei rianimatori. «Novanta ore a settimana di lavoro ordinario + extra, che significano circa 400 ore al mese: 164 ore ordinarie + circa 250 ore di extra. Una situazione da brivido, una bomba pericolosissima da disinnescare con urgenza assoluta per la tutela e la sicurezza dei cittadini. Se le dichiarazioni rilasciate saranno verificate, anche le autorità Asrem e quelle politiche dovrebbe immediatamente intervenire a verificare se in queste condizioni di lavoro non si mettono a rischio la vita delle persone e dei cittadini. Se corrisponde al vero quanto dichiarato e pubblicato da un anestesista in servizio all’ospedale di Termoli, di fare 90 ore a settimana, diventa necessario un intervento del Nas per un chiarimento del caso, in considerazione della normativa italiana ed europea inerente alla tutela della salute dei lavoratori e della salute dei cittadini. Dove sono le 11 ore di riposo obbligatorio tra i turni? Dov’è il riposo obbligatorio settimanale? Dove sono le ferie obbligatorie? Se le cose stanno così, c’è una situazione pericolosissima da bloccare con urgenza con qualunque mezzo. Ci vuole un attimo che questi medici da eroi vengano trasformati in colpevoli. 90 ore settimanali significano 52 ore di attività aggiuntiva settimanale e quasi 250 ore al mese e quindi quasi 3000 ore di attività aggiuntive sotto varie forme, all’anno. Quando la normativa europea ne prevede come massimo 250 annue a tutela della sicurezza dei lavoratori e dei pazienti. Un plauso ai chirurghi che parlano e denunciano con coraggio le situazioni drammatiche per i cittadini con grande solidarietà agli anestesisti, ma enorme preoccupazione per la sicurezza dei pazienti».

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