Un gruppo nutrito di agricoltori si è radunato ieri mattina a Nuova Cliternia, nei pressi della locale cantina vinicola, per mettere in evidenza le criticità legate ai rincari delle tariffe idriche irrigue che colpiscono gli imprenditori agricoli, già alla prese con i problemi derivanti da siccità, aumento del costo delle materie prime, di fertilizzanti ed energia. Per non parlare dei cinghiali e della fauna selvatica. A rappresentarli, come comitato spontaneo, l’imprenditore sammartinese Nunzio Mazzochetti, supportato anche dal suo sindaco, Giovanni Di Matteo. «Gli agricoltori sono alla canna del gas. Il Patto di Sindacato tra soci del Consorzio di Bonifica Basso Molise è convinto che, per le imprese agricole molisane, sarà estremamente difficile, se non impossibile, riuscire ad affrontare la campagna 2023 come anche le future annate agrarie, a causa dell’incremento del 40% nel costo dell’acqua per l’irrigazione, fornita dai consorzi del basso Molise, che si somma alle imminenti rate dei consumi irrigui 2021, 2022 e all’acconto per il 2023. Pertanto chiediamo alla Regione di fare la sua parte, non lasciando che l’impatto di tutte queste spese gravi sulle spalle delle sole aziende agricole. La nostra richiesta non si ferma con questa con questa dichiarazione, presto faremo sentire la nostra voce al Consiglio regionale a Campobasso. Approfitto per esortare tutti gli agricoltori e tutti i molisani ad unirsi a noi e a partecipare alla protesta. La terra e l’acqua ci danno il cibo di cui ci nutriamo!», ha affermato Mazzocchetti, «La Regione deve fare la sua parte e non l’ha mai fatta, deve aiutarci a passare quest’annata critica. Attraverso un esempio vi faccio capire come impattano gli aumenti, chi aveva speso per irrigare i campi 50mila euro, dovrà pagarne 70mila, oltre a saldare i consumi vecchi, una situazione insostenibile, a cui si uniscono piccoli problemi di gestione, anche se il commissario /Fabio Rastelli, ndr) ce la sta mettendo tutta. Un altro nodo è quello degli operai avventizi, che da 20 anni garantiscono il supporto del territorio, cosa che non sarebbe con una azienda privata e siamo molto preoccupati. Infine, voglio porre un dato, siamo passati in questo distretto dal consumo di 9 milioni di metri cubi a 2 milioni, dato che evidenzia la crisi del settore agricolo». A dargli manforte proprio Di Matteo. «Sono problematiche importanti per il territorio, sia per l’irrigazione che le infrastrutture agricole. Un momento particolare per l’agricoltura, dove si sommano problemi a problemi. Spesso si evoca la politica, ma le vicende hanno origine antica e occorre fare delle assunzioni di responsabilità. Il problema immediato è quello economico, per la parte fissa e variabile sull’utilizzo dell’acqua, mettono in grave difficoltà la prospettiva delle colture orticole e di pomodoro, da parte delle aziende agricole».