“Non permetterò che Termoli venga trasformata nel letamaio di questa regione”.
Lo ha detto il sindaco di Termoli Basso Antonio Di Brino a seguito delle notizie diffuse dalla stampa regionale, in base alle quali ci sarebbe un’ipotesi tutt’altro che remota di vedere realizzato, in un’area a ridosso di Termoli, il “Progetto Gran Manze” da parte della società Granarolo.
“Come sindaco di una città a vocazione turistica qual è Termoli – afferma Di Brino – esprimo netta contrarietà per un progetto di questo tipo. Le notizie piuttosto dettagliate pubblicate in questi giorni ci riferiscono, infatti, che la società Granarolo avrebbe ricevuto la proposta, da diversi esponenti politici molisani, di voler realizzare su un lembo di terra individuato tra Termoli e Campomarino una nursery bovina di circa 12.000 capi, per dar vita al Progetto ‘Gran Manze’. Se la notizia risultasse vera e il territorio prescelto fosse davvero quello dell’area di Pantano Basso, annuncio fin da oggi la più ferma contrarietà della nostra Amministrazione comunale, la quale si opporrà con ogni mezzo e in ogni sede.
Trovo l’ipotesi di questo progetto assolutamente deleteria per questo territorio, già martoriato in passato da una serie di iniziative poco lungimiranti dal punto di vista della crescita turistica e industriale. Ma si sono chiesti, i nostri parlamentari e i nostri assessori regionali, cosa significherebbe spargere su 100 ettari vicinissimi ai centri abitati e alle spiagge di Termoli e Campomarino, centinaia di tonnellate di letame? Cosa penserebbero i residenti se, aprendo le finestre di casa, respirassero olezzi per 24 ore al giorno? E i turisti sarebbero contenti di prenotare le loro vacanze in una zona dal ‘profumo’ poco invitante?
Ma un’altra ipotesi, legata strettamente a questo progetto, crea in me un certo turbamento: in quale centrale biomasse dovrebbero essere bruciate le tonnellate di letame prodotto da questi bovini? Potrebbe essere per caso una centrale presente nel nucleo industriale di Termoli, o un’altra da realizzarsi sempre in questa zona? Ed anche in questo caso, da chi sarebbero respirati i fumi maleodoranti delle ciminiere?
Non sarebbe invece il caso, per iniziative di questo genere, individuare altre zone, magari in aperta campagna, lontano dai centri abitati e dalla località turistiche?
Ribadisco ancora una volta che certe proposte, prima di essere avanzate, andrebbero condivise con gli amministratori locali, in quanto l’individuazione degli obiettivi di crescita di un territorio non possono, di certo, essere stabiliti senza aver consultato chi vive, appunto, in quel territorio.
Gli elementi di avversione a questa iniziativa, qualora il territorio di riferimento fosse davvero quello a ridosso di Termoli, ci sono tutti.
Invito pertanto le associazioni ambientaliste e, soprattutto, gli amministratori dei paesi limitrofi, Campomarino e Portocannone in primis, a pronunciarsi, a mobilitarsi e ad incontrarsi per mettere in agenda iniziative comuni; solo unendo le forze potremo impedire il consumarsi di un simile scempio, dando così una risposta forte a chi pensa di potersi appropriare di questo territorio a suo piacimento, senza chiedere il permesso ai suoi residenti e senza condividere alcun progetto”.