Il mondo balneare si è riunito ieri mattina in sala consiliare, a Termoli. “Una storia infinita”, così è stata dipinta l’annosa vertenza sulle concessioni demaniali marittime e nello svolgimento dell’evento che ha messo di fronte istituzioni a ogni livello, forze dell’ordine, magistrati e operatori turistici, proprio questo excursus è venuto fuori, ossia una giungla normativa da quando la direttiva Bolkestein è stata emanata dall’Unione europea. Una accelerazione improvvisa della vicenda c’è stata con le sentenze “gemelle” dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato del 2021, in cui i giudici hanno sancito che devono essere disapplicate, anche da parte della Pubblica Amministrazione, le norme della legge di bilancio per il 2019 che prorogavano le concessioni al 2033. Anche recentemente il Consiglio di Stato è intervenuto nuovamente sulla questione, affermando incidentalmente come la proroga di un anno – fino al 2024, disposta dal recentissimo “Decreto Milleproroghe”, vada disapplicata. Altresì il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una lettera inviata ai presidenti di Camera e Senato lo scorso febbraio, era intervenuto sulla questione. Il tema offre numerosi spunti di riflessione: la tutela degli investimenti degli attuali concessionari, la valorizzazione dell’immenso patrimonio costiero italiano, il rispetto delle regole sulla concorrenza, il rapporto con l’Unione Europea. E’ stato il verbo dell’ospite principale di ieri, il presidente aggiunto del Consiglio di Stato, Carmine Volpe, portato qui a Termoli dall’associazione Aps Sepino nel Cuore, poiché Volpe è originario della località matesina. «E’ un problema che si trascina da troppo tempo. E’ un problema economico che è diventato soprattutto sociale poiché il settore dà lavoro a tante famiglie. A questo punto, però, credo che bisogna seguire la strada della concorrenza. Non è più possibile tornare indietro, ce l’ha detto il Consiglio di Stato due anni, ce l’ha detto, molto prima, la Corte di Giustizia europea. C’è stata una legge, dell’anno scorso, sulla concorrenza che ha cercato di regolare il sistema, alla fine c’è stata una proroga fino al 2024 ma penso che la strada sia questa, bisogna stabilire i criteri, aprire il mercato considerando delle posizioni esistenti e gli investimenti fatti». La parte politica era rappresentata dal senatore Costanzo Della Porta, che da candidato aveva portato la premier Giorgia Meloni in campagna elettorale proprio nel lido “Lampara” del presidente del Sib-Confcommercio, Nico Venditti: «Sembra una storia infinita, però il Governo sta cercando di trovare una soluzione immediata che accontenti l’Europa, che ha nella direttiva Bolkestein una norma che crea dei problemi ai nostri balneari e, quindi, sta cercando una soluzione che sia la migliore possibile. Ci vuole una cabina di regia a livello governativo che faccia, innanzitutto, una mappatura e rilevi anche le soglie di scarsità del litorale utilizzato. Nel giro di poco tempo, io penso, che si troverà la soluzione». Proprio Venditti ha fatto da gancio per proporre la presenza del presidente nazionale del Sib-Confcommercio, Antonio Capacchione: «Una storia che ci auguriamo finisca presto. Per l’interesse di tutti, non solo per le decine di migliaia di famiglie che ci lavorano e che hanno creato un modello di balneazione unico al mondo, ma anche per il paese. Distruggere un gioiello costruito da decenni sarebbe una delle cose più sciocche che questo paese potrebbe fare e soprattutto in questo momento storico in cui abbiamo bisogno di tutte le nostre energie e competitività per costruire un futuro migliore per questo paese. La soluzione è il giusto equilibrio tra una maggiore concorrenza e la tutela degli attuali operatori, secondo il diritto europeo che prevede la Bolkestein se il prodotto è scarso. Noi riteniamo che, in questo paese, ci siano ancora disponibilità per il sorgere di nuove aziende, non per sostituire i titolari delle aziende che sono operanti». Quindi, si è espresso proprio Venditti: «Siamo fiduciosi che questo convegno a livello nazionale sia arrivato anche qui a Termoli. Siamo fiduciosi che questo Governo entro questa stagione balneare arrivi a un punto risolutivo riguardo la questione della Bolkestein che, ormai, è diventato veramente annoso per questo comparto. Gli investimenti sono fermi da svariati anni, erano ripresi con la proroga fino al 2033, ma dalla sentenza del 2021 si è fermato tutto». Nel corso delle relazioni, con l’incontro aperto dai saluti del presidente dell’associazione sepinese Pasquale Giordano e del sindaco Francesco Roberti, il presidente Volpe ha parlato di affidamento incolpevole, (ai balneari che hanno sempre avuto le concessioni) che deve essere riconosciuto e tutelato. I paesi europei non possono essere trattati tutti allo stesso modo, in quanto è ovvio che l’Italia ha una situazione di incidenza molto diversa, e maggiore, rispetto per esempio al Sud della Francia o alla Finlandia. Sul problema delle concessioni dal 2009 non è stato affrontato ma solo rinviato, un po’ come uno struzzo che nasconde la testa sotto terra. Volpe ha ribadito che prevede aumenti consistenti in questa stagione estiva per affitti di ombrelloni ecc., vista la situazione di incertezza. Del resto la normativa c’è e va rispettata perché è l’Europa il vertice in questione e lo Stato italiano dovrebbe cercare una mediazione, diversamente dal 2024 sarà un problema di enorme rilevanza. Subito dopo ha preso la parola il magistrato della Corte dei Conti del Molise Domenico Cerqua. Su una ricostruzione su responsabilità e mancato introito da parte dei comuni che, viceversa, dovrebbero incassare gli importi. Cerqua ha riportato i dati ministeriali: dal 2016 al 2020 la media dei versamenti annui per gli stabilimenti è di 7mila per Termoli e 5.800 euro per Campomarino (con un solo stabilimento che ne paga 26mila). Se dal 2024 non sarà più possibile emanare bandi, i dipendenti dei comuni potrebbero essere condannati per danno erariale per mancati introiti rispetto all’esistente. Intervenuto l’avvocato Pino Ruta, che fatto un ragionamento a favore dei balneari perché con una scadenza già fissata e senza soluzioni per il futuro si troveranno in difficoltà. Vista l’incertezza di oggi si potrebbe coprire il vuoto normativo attraverso l’applicazione, ampliata ed integrata, del codice della navigazione che esiste dal 1942; sicuramente è necessario per gli enti locali, perché le concessioni balneari incidono sul sociale, sul lavoro, sulla sicurezza delle spiagge ed a tutela delle coste. Tanti gli operatori presenti, ha detto la sua il ricercatore Unimol Andrea Ferrante. Presente il consigliere regionale Vincenzo Niro, i consiglieri comunali Michele Marone e Nico Balice, oltre a Della Porta, così come i vertici territoriali di Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato. Il comandante della Guardia costiera era fuori sede, non ha potuto prendere parte come relatore.

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