Prosegue l’azione sindacale sulla vertenza Vibac e dopo l’istanza inviata giorni fa a coloro che hanno preso parte al tavolo ministeriale al Mimit con la sottosegretaria Fausta Bergamotto, arriva una richiesta dalle segreterie nazionali confederali di Uiltec, Filctem-Cgil e Femca-Cisl. «Apprendiamo esclusivamente a mezzo stampa, che il 29 marzo scorso si è tenuto un incontro circa la vertenza in oggetto, alla presenza della sottosegretaria Fausta Bergamotto, del sindaco di Termoli Francesco Roberti, dell’assessore regionale al Lavoro della Regione Molise (in verità c’era il delegato, Quintino Pallante), del presidente del Cosib Roberto Di Pardo e del senatore Costanzo DeIla Porta. Stando a quanto riportato da questi articoli di stampa, le parti istituzionali hanno evidenziato all’azienda l’opportunità di presentare un piano di riorganizzazione aziendale al fine di ridurre gli esuberi. Pur riconoscendo l’impegno della politica locale e nazionale per la risoluzione della problematica che si è creata attorno alla vertenza Vibac, riteniamo questo modo di agire non conforme alle pratiche fino ad ora adottate nel rispetto dei reciproci ruoli. Da tempo infatti, abbiamo depositato una richiesta d’incontro al Mimit, per una convocazione che, tenendo dentro tutte le parti coinvolte, potesse portare a una risoluzione complessiva e condivisa della vertenza. L’incontro del 29 marzo invece, escludendo le organizzazioni sindacali, nega la possibilità di interloquire con le parti sociali che sono, come previsto dalla normative vigente, preposte a rappresentare i lavoratori della Vibac di Termoli. A nostro avviso, non è escludendo le rappresentanze dei lavoratori dalla discussione che si possono raggiungere i risultati ottenibili attraverso il percorso sancito dalla legge 223/92 che è ancora in fase di svolgimento. Pur riconoscendo, come detto, l’impegno profuso dalla politica locale e non, saremo dell’opinione di garantire il rispetto dei ruoli a garanzia della piena e sana occupazione dei 126 lavoratori che, da settimane, ormai non hanno garanzie per loro e le loro famiglie. Riteniamo che, nell’interesse comune, sia necessario mantenere separati i momenti di confronto su crisi aziendali da momenti che riguardano il confronto politico. Pertanto, riteniamo necessaria una convocazione da parte del vostro spettabile Ministero che, considerati i tempi della procedura, auspichiamo possa pervenire nel minor tempo possibile». Già localmente, le organizzazioni sindacali confederali coinvolte nella vertenza Vibac avevano considerato l’incontro avvenuto mercoledì scorso al Mimit quasi una “fuga in avanti” da parte delle rappresentanze istituzionali a cui le stesse parti sociali avevano chiesto di impegnarsi per scongiurare quel “bagno di sangue” occupazionale rappresentato dal licenziamento collettivo di 126 dei 142 dipendenti dello stabilimento di Termoli. Un annuncio, quello con cui l’azienda lo scorso 27 febbraio aveva gettato nello sconforto decine e decine di famiglie del territorio, che ha visto da subito l’avvio di un’azione incisiva da parte dei rappresentanti dei lavoratori. Tuttavia, il mancato coinvolgimento al primo approccio ministeriale non è piaciuto. Così, lo scorso primo aprile anche le segreterie e la Rsu di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Ultec-Uil, hanno inviato una nota al presidente della Giunta regionale Donato Toma e all’assessore delegato Quintino Pallante nel confronto col sottosegretario Fausta Bergamotto, così come al promotore, il senatore Costanzo Della Porta e al tandem Roberto Di Pardo e Francesco Roberti, presidente del Cosib e sindaco di Termoli: «A seguito dell’incontro che si è tenuto il 29 marzo scorso presso il Mimit, alla presenza del sottosegretario Fausta Bergamotto, per le vertenza Vibac di Termoli, senza le organizzazioni sindacali e considerando l’esclusione delle stesse all’incontro, chiediamo la convocazione di un incontro per conoscere i contenuti del tavolo ministeriale e le eventuali soluzioni per la medesima vertenza».