Il Partito democratico, nella sua componente politica e quella istituzionale, vigilerà su cosa succederà ora che il piano di riqualificazione del centro storico è stato riabilitato dal Consiglio di Stato. Nel pomeriggio di ieri, proprio in piazza Sant’Antonio, luogo simbolo del progetto sul cosiddetto Tunnel, si sono riuniti il capogruppo dem, Angelo Sbrocca, che da sindaco aveva dato impulso a questa programmazione, assieme alla maggioranza di centrosinistra, la segretaria di circolo Maricetta Chimisso, l’ex assessore Pino Gallo e gli ex consiglieri comunali Salvatore Di Francia e Mario Orlando.
L’ex sindaco ritiene che ora «Una scelta obbligata è fare l’opera, altrimenti le conseguenze possono essere ancora più gravi di questo periodo di perdita di tempo, che hanno lasciato questa città senza un piano di riqualificazione del centro.
La palla, adesso, è al comune di Termoli e alla sua amministrazione per vedere cosa vuol fare. La palla non è all’impresa perché, già dall’anno scorso, ha detto che vuole effettuare l’opera. Ci saranno due piani di livello su questa sentenza, il primo nei confronti del comitato che ha promosso questo ricorso al Tar e che il comune già aveva detto che era carente di legittimazione passiva davanti al Tar. il comune, poi, non ha fatto appello alla sentenza, revocando una nostra delibera di giunta rimanendo così, senza far nulla, perché non ha provveduto a revocare i provvedimenti amministrativi.
L’inizio dell’opera porterà un aggravio di spese. E questo aggravio di spese saranno i cittadini a pagarlo.
La ditta dovrà fare una revisione dei costi, perché i prezzi del 2018 non sono più quelli di oggi. L’ipotesi di una variante di questa opera non è possibile perché comporterebbe la necessità di una nuova opera pubblica e non è possibile.
Il Comune, oggi, ha un bel problema perché 4 anni fa, noi avevamo fatto anche un consiglio con la contrarietà solo del Pd, e il referendum che non è stato mai fatto, nonostante le declamate volontà della maggioranza. Con la ditta si doveva solo sottoscrivere il piano contrattuale.
C’erano persone che non volevano fare quest’opera ma il comune quando agisce non deve farlo per volontà personali.
Noi abbiamo ancora questa piazza in questa maniera, senza parcheggi. Tutte le persone che vengono a Termoli si lamentano dell’assenza di parcheggi in questa città. Questo era uno dei nostri obiettivi per questa città.
Una sentenza del Consiglio di Stato ha ricondotto alla verità, quello che abbiamo sempre sostenuto. La sentenza dice che era inammissibile il ricorso al Tar per carenza di legittimità». La segretaria Chimisso, invece, ha fatto un ragionamento più generale: «E’ un momento delicato per l’intero territorio comunale, regionale e nazionale, siamo di fronte a un calo demografico potente che deriva anche dal fatto che l’assenza di opportunità di lavoro e di sviluppo inducono i nostri giovani a lasciare i nostri territori e a spostarsi al Nord.
Allora qual è il compito della politica? La politica deve guardare lontano, deve avere idee e progetti che portino sviluppo, che diano opportunità di crescita al territorio, che lo riqualifichino e lo migliorino.
Nessuna città rimane mai identica a sé stessa, perché lo scotto da pagare è la decadenza. Le città cambiano come cambiano le persone, come cambiano i tempi e come si ridefiniscono nei modelli e nell’aspetto.
Bisogna rendere Termoli più bella e più attrattiva, più appetibile per i turisti, più facile da raggiungere e più bella anche da guardare perché lo spettacolo di questa piazza che è un mesto e triste parcheggio non vedo come possa riqualificare questa nostra città che non ha ancora né il viadotto e il passante che va dal porto al litorale Nord,ma non ha ancora un teatro, un auditorium, un centro da cui si possono sviluppare quei processi culturali che forniscono benessere e fanno economia.
Allora cosa stiamo facendo? Guardiamo indietro? Parliamo di bene comune? Ma cosa s’intende per bene comune? Qual è il bene della nostra comunità? Qual è il bene dei nostri ragazzi e dei nostri giovani?
Avere una garanzia dei posti di lavoro? Sapere da dove trarre sostentamento per sé stessi e per la famiglia? Allora, questo viene fuori dallo sviluppo della comunità che è uno sviluppo per Termoli.
Termoli può e deve vivere sempre di più di turismo di qualità. Il turismo di qualità si fa con le infrastrutture non con le chiacchiere».