Preparare degli alimenti in casa, conservarli per poi utilizzarli. Non è sempre un fattore scontato, quello della sicurezza alimentare e per una 48enne di Ururi, che lavora in una fabbrica sulle Piane di Larino, un vasetto di pesto domestico ha significato rischiare la vita. In allarme il personale dell’ospedale San Timoteo di Termoli, dal pomeriggio di giovedì scorso, quando la signora è stata trasportata al pronto soccorso di viale San Francesco e poi ricoverata d’urgenza, dopo che aveva manifestato sintomi preoccupanti, prima nella Uoc di Medicina e poi nel reparto di Rianimazione, dove è stata intubata. Il pesto fatto in casa era stato congelato, per consumarlo successivamente. Mercoledì sera, il vasetto è stato scongelato e poi aperto, per spalmarlo su una fetta di pane, da mangiare prima di recarsi al lavoro, ma evidentemente qualcosa non ha funzionato. Proprio lì ha accusato i primi sintomi, nausea e mal di pancia. Secondo quanto si è appreso, un primo accesso al San Timoteo ci sarebbe stato proprio quella sera, dopo che era tornata a casa dal lavoro. Tuttavia, il batterio era ancora incubato e non si poteva immaginare come si trattasse di botulino. Al mattino di giovedì c’è stato un vistoso peggioramento e così i familiari hanno chiamato il 118, intervenuto dalla postazione frentana. Il medico ha intuito potesse essere una pericolosa intossicazione e l’hanno trasportata al San Timoteo. Quella che ne è seguita, dopo il trasferimento da medicina alla Terapia intensiva, è stata una nottata complicata per i medici del San Timoteo, alle prese con le colture per rintracciare la natura batterica dell’infezione che ha messo a dura prova la resistenza della donna. Poco dopo il suo ricovero in Rianimazione, è partita da Napoli la staffetta per il siero antibotulinico, coordinata dal Centro antiveleni di Pavia e le è stata somministrata la prima dose. Intanto, i campioni sono stati già inviati al ministero della Salute, poiché dal grado di tossicità dipenderà anche la dose successive da inocularle, nel caso si rendesse necessario, ma non prima di 5 o sei giorni da quella di ieri. Nel pomeriggio di ieri è stata sottoposta anche a consulto neurologico, propedeutico a un eventuale trasferimento al più attrezzato ospedale Cardarelli di Campobasso, che però fino a ieri sera non c’era ancora stato. Per fortuna, seppur ancora intubata, ieri sera ha comunicato con la sua famiglia, che la segue in questa battaglia, attraverso dei fogli di carta. Il botulino (Clostridium botulinum) è un batterio anaerobico che può contaminare gli alimenti rendendoli particolarmente pericolosi per la salute umana. L’ingestione di questi cibi provoca un’intossicazione severa, nota come botulismo e caratterizzata da un quadro clinico specifico.

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