Interessante l’analisi e la relativa interpretazione data da tre avvocati in merito alla sentenza ultima della Corte europea di Giustizia sull’applicazione della direttiva Bolkestein. Un parere riportato ieri dal sito specializzato “Mondo Balneare”, puntuale come sempre nel seguire l’attualità del comparto. «La sentenza della Corte di giustizia europea del 20 aprile scorso conferma i principi del diritto euro-unitario ormai consolidati circa l’applicazione diretta della direttiva 2006/123/CE, e sui quali è inutile ritornare perché ciò significherebbe negare l’evidenza, ma apre una nuova prospettiva che la stessa giurisprudenza nazionale aveva intuito circa le possibilità di tutela per i concessionari ante direttiva Bolkestein, il cui regime giuridico di attività deve essere diversificato». Lo affermano gli avvocati Roberto Righi, Edoardo Brusco ed Ettore Nesi, in un’analisi giuridica che prende in considerazione il punto 73 della pronuncia: «Una sentenza pregiudiziale, come la sentenza del 14 luglio 2016, chiarisce e precisa, quando ve ne sia bisogno, il significato e la portata della norma stabilita da detta disposizione della direttiva 2006/123, quale deve o avrebbe dovuto essere intesa e applicata dal momento della sua entrata in vigore, ossia, conformemente all’articolo 44 di tale direttiva, a decorrere dal 28 dicembre 2009. Ne consegue che detta norma così interpretata deve essere applicata dal giudice anche a rapporti giuridici sorti e costituiti prima di tale sentenza. Questo passaggio significa che l’interpretazione fornita dalla Corte Ue è quella che va data a una certa disposizione fin dal giorno in cui quella disposizione è entrata in vigore. Anteriormente alla data della sua entrata in vigore, una fonte semplicemente non esiste e quindi l’interpretazione della Corte non può retroagire a un’epoca antecedente a tale data. E infatti la Corte ha precisato che “detta norma“, e cioè l’articolo 12 della direttiva 2006/123/CE, “così interpretata deve essere applicata dal giudice anche a rapporti giuridici sorti e costituiti prima di tale sentenza“. “Prima di tale sentenza” non significa “prima della direttiva Bolkestein”, ma appunto che l’interpretazione che la sentenza “Promoimpresa” del 14 luglio 2016 ha fornito dell’articolo 12 della direttiva 2006/123/CE vale dal 28 dicembre 2009 e che pertanto tale interpretazione si applica a tutti i rapporti sorti e costituiti dopo tale data, come appunto è stato affermato dal Consiglio di Stato nella sentenza della VII sezione n. 229 del 13 gennaio 2022».

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