I sei segretari nazionali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil, Fismic-Confsal, UglM e Aqcf-r, hanno scritto ai ministri delle Imprese e Made in Italy Urso, nonché al titolare del dicastero delle Politiche sociali e del Lavoro Calderoni, per sollecitare la convocazione del tavolo d’incontro sul progetto della Gigafactory, istanza già inoltrata a metà marzo e incentrata sul futuro dello stabilimento Stellantis di Termoli. Richiesta ribadita anche al gruppo automotive e al partner Acc Italia. La prima missiva era stata inoltrata subito dopo l’incontro tra parti sociali e vertici di Acc Italia, con questa specifica: «In merito all’investimento per l’installazione della gigafactory nello stabilimento Stellantis di Termoli, richiedono un incontro per affrontare la fase di trasformazione. I tempi e la complessa transizione del sito dovranno essere inevitabilmente accompagnati, con l’obiettivo di garantire la continuità lavorativa dei lavoratori oggi impegnati nella attuale produzione, da idonei strumenti di ammortizzatore sociale e di formazione che oggi non sono a disposizione nel quadro normativo. Le scriventi richiedono inoltre utile al confronto la presenza del Ministero dell’Economia e delle Finanze, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica oltre che della Regione Molise». Contenuti che ora sono alla base del sollecito. Il segretario regionale della Fim-Cisl, Marco Laviano, ha sottolineato che «Da maggio si dovranno aprire i tavoli di trattativa coi gruppi interessati e con la componente ministeriale. Il tempo scorre in fretta e per questo dalle segreterie nazionali metalmeccaniche è stato diramato questo sollecito. Acc e Stellantis devono dirci come sarà gestito il personale nella fase di transizione, per noi l’obiettivo è la piena occupazione nella Acc. Oltretutto attendiamo anche che la Commissione europea approvi definitivamente il progetto di realizzazione della Gigafactory, trasmesso nei mesi scorsi dai proponenti. Il processo relativo al progressivo disimpegno dall’endotermico impone di trovare delle alternative, se dovesse affermarsi anche il parallelismo con l’e-fuel, a Rivolta del Re si potrebbero procrastinare anche parte delle attuali produzioni. In ogni caso, occorre accompagnare tutti verso la migliore soluzione, sia per un accompagnamento all’uscita dal mercato del lavoro, con ammortizzatori sociali e scivoli, sia per la ricollocazione professionale».