«Ci ha lasciati il maestro Paolo Di Paolo, larinese illustre. Testimone con la fotografia di uno spaccato della storia d’Italia, egli stesso tassello pregiato della storia italiana della fotografia. La Città di Larino, in questo giorno di cordoglio, esprime profonda gratitudine per l’opera e la vita di uno dei suoi figli più grandi». Poche parole, con cui il Comune di Larino ha voluto dare il triste annuncio della scomparsa del geniale artista delle immagini. L’ultimo saluto, oggi, alle ore 10.30, presso la chiesa di San Francesco. Ha Il suo cuore ha cessato di battere all’ospedale San Timoteo di Termoli dove era stato ricoverato, nelle scorse ore, per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Come l’ha ricordato il collega Nicola De Francesco, che bene conosceva le sue opere e la sua capacità di trasmettere emozioni, «Lui è stato l’identità visiva della nostra Italia in quella fase di transizione cruciale che è partita dopo gli anni bui della guerra arrivando a quell’età del miracolo economico dove la fotografia, la sua fotografia (riscoperta dalla figlia) ha ricoperto un ruolo centrale nell’età dei rotocalchi. Una fotografia senza tempo. Sì perché, proprio grazie a questo piccolo uomo partito da Larino quando aveva 14 anni per studiare nella Capitale, il mondo intero ha potuto conoscere personalità d’élite, fotografate nell’intimo delle loro esistenze. Infatti, grazie ai rapporti di amicizia stabiliti negli ambienti del cinema e del mondo artistico, ha potuto realizzare foto private ed esclusive ai più grandi intellettuali, attori e registi dell’epoca. Agli inizi degli anni sessanta del secolo scorso, il maestro Di Paolo, ebbe modo di realizzare alcuni esclusivi reportage come quello all’ex sovrano italiano Umberto II, in una dimensione non ufficiale insieme ai suoi figli in Portogallo. O ancora, quello ad Enzo Ferrari mentre si trovava in fabbrica con i suoi operai. Ed ancora le foto meravigliose ad Anna Magnani nella sua villa al Circeo. E poi l’amicizia con Pierpaolo Pasolini, le pose che lo ritraggono nella sua abitazione insieme alla mamma al Monte dei Cocci a Roma, che lo immortalano mentre è in raccoglimento sulla tomba di Antonio Gramsci al cimitero acattolico sempre a Roma o quelle scattate sul set delle riprese di “Il Vangelo secondo Matteo” e “Mamma Roma” insieme Anna Magnani. Un patrimonio di inestimabile valore, riscoperto per caso dalla figlia Silvia in una cantina, segno di una modestia del maestro che smessi i panni del fotografo e collaboratore delle più prestigiose riviste del tempo, si era dedicato interamente ad altro andando ad impreziosire per decenni le illustrazioni del glorioso calendario della Benemerita. Ma non solo. Da larinese doc, il maestro non ha mai perso il suo amore per la festività patronale frentana, per la magia dei carri e lo spettacolo dei meravigliosi fiori. Suo un libro sulla festa di San Pardo, sua la recente mostra ‘I fiori di San Pardo’, sue migliaia e migliaia di scatti dedicati ad una delle tradizioni religiose tra le più belle del panorama nazionale italiano. Soltanto un mese fa la comunità e l’amministrazione comunale avevano festeggiato con lui il 98esimo compleanno. Sapevamo che non stava molto bene, e che le sue condizioni si erano aggravate fino a questa mattina quando ha chiuso per sempre gli occhi su questo mondo. Addio maestro! Da oggi quella finestra a due passi dalle scalette Colesanti sarà vuota, ma sappiamo di certo che la sua arte, le sue foto, la sua grandezza, riempiranno sempre quello spazio, diremmo metafisico, dove coloro che l’hanno frequentato sono usciti sicuramente diversi grazie a lei». Cordoglio anche dal presidente della Giunta regionale, Donato Toma: «Con Paolo Di Paolo, grandissimo fotografo e fiero molisano, se ne va un pezzo della nostra storia. A pochi mesi dalla morte di Tony Vaccaro ci ha lasciato oggi un altro grandissimo fotografo che ha illustrato la nostra terra, amandola, onorandola con fierezza: Paolo Di Paolo. Ho avuto l’onore di conoscere il Maestro l’estate scorsa a Casacalenda. Nell’ambito di MoliseCinema assistemmo alla proiezione di ‘The treasure oh his youth’ documentario di Bruce Weber a lui dedicato. Ricordo l’emozione che provammo tutti insieme per quello che fu una sorta di tributo alla carriera di un illustre figlio del Molise. Applausi scroscianti e la standing ovation ai titoli di coda: un momento speciale. Di Paolo è morto a 98 anni. Da bambino era emigrato con la famiglia da Larino. La sua carriera di fotografo lo ha visto immortalare alcune tra le più grandi stelle del cinema italiano e straniero: da Luchino Visconti ad Anna Magnani, da Elizabeth Taylor a Grace Kelly, e ancora Marcello Mastroianni, Rudolf Nureyev, Pier Paolo Pasolini, Sophia Loren e tanti altri. Con Paolo Di Paolo se ne va un altro pezzo del Novecento e un grande uomo che ha sempre coltivato e omaggiato le radici larinesi. La sua intelligenza, vivida come i suoi ‘scatti’ memorabili, mancheranno alla cultura molisana, italiana e internazionale». Per Gianluca Venditti è stato l’addio a un amico: «Ciao, Maestro mio; abbiamo immortalato la nostra amicizia in tante esperienze incredibili condivise insieme: da un calice di vino in via Marconi alla standing ovation al MAXXI di Roma, passando per i pomeriggi trascorsi a riscoprire foto storiche e inedite per la mia tesi di laurea, parlando di De Gasperi, Mastroianni, la Magnani, Brigitte Bardot, Pasolini, i tuoi anni d’oro in giro per il mondo, elegante e discreto, umile e sincero. E poi la festa dei tuoi 90 anni in campagna, tra i massimi gradi dei Carabinieri, l’abbraccio con Aldo Biscardi e le tue amate auto sportive, gli eventi con la famiglia di Afra. Ci sono tante cose che ho sempre ammirato in te, caro Paolo… tante immagini della tua figura e della tua anima; quella che rimarrà nei miei occhi per sempre è averti visto in via Leone, a San Pardo, appoggiato alla pietra, con una reflex, a fotografare ancora la festa, le persone, i fiori… la tua Larino, ancora più bella nelle tue foto, nel tuo sguardo. È stato un onore conoscerti e viverti, Maestro. Sei stato grande, brindo a noi!». Infine, da MoliseCinema, col ricordo di Federico Pommier. E’ stato un importante punto di riferimento, anche per noi di MoliseCinema. Con grande dolore accogliamo la notizia della scomparsa di Paolo Di Paolo, origini larinesi, tra i più importanti fotografi italiani del Novecento. E’ morto nel suo Molise da dove era emigrato con la famiglia da bambino. Quel Molise che ha sempre amato ma che è riuscito a riscoprire solo negli ultimi anni di vita, come ebbe a dire in un’intervista rilasciata in occasione del suo primo contatto con il Festival.«Era l’estate del 2016 – spiega il direttore artistico del Festival, Federico Pommier – e, già in quella occasione, potemmo apprezzare la cortesia e la vivida intelligenza, nonché la sensibilità di un uomo che si rammaricava del fatto ‘di non aver vissuto abbastanza il suo Molise». Nella circostanza, una mostra fotografica dal titolo “Un mondo di cinema”, portò per la prima volta alle latitudini del Festival i suoi memorabili scatti realizzati per ‘Il Mondo’: una carrellata di attori e registi del cinema italiano e internazionale tra gli anni 50’ e 60’. Da quel momento la strada di MoliseCinema ha intrecciato diversi percorsi di collaborazione con Di Paolo, il quale, con grande generosità, si è speso per il buon nome di un Festival che abbraccia l’arte del cinema, ovvero quella che più di tutte ha evidenziato il suo talento di fotografo in grado di catturare il vero volto di alcune celebrità del grande schermo: Anna Magnani, Grace Kelly, Kim Novak, Sofia Loren, Pier Paolo Pasolini, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Alberto Sordi, Monica Vitti, Stefania Sandrelli. Icone della settima arte, compresi altri intellettuali che con essa flirtavano con successo ed esponenti illustri della scena culturale, o grandi scrittori del Novecento come Ennio Flaiano, Salvatore Quasimodo, Giuseppe Ungaretti, Dino Buzzati, Carlo Emilio Gadda, Vincenzo Cardarelli, Oriana Fallaci, Alberto Moravia, Ezra Pound e il grande Rudolf Nureyev. Due mesi fa Paolo Di Paolo aveva ricevuto la laurea Honoris Causa dalla Facoltà di Lettere e Storia dell’Arte della Sapienza di Roma, con l’elogio pronunciato dalla professoressa Ilaria Schiaffini che ne ha evidenziato il rilievo nella storia della fotografia e della cultura italiana. Anche quel giorno eravamo lì, con lui, felici di condividere un momento solenne, ennesimo riconoscimento a una carriera prestigiosa. «Sono tante le immagini che conserveremo di lui – interviene Pommier – è stato un onore e un piacere coinvolgerlo nella nostra manifestazione, vederlo così partecipe e felice di respirare il clima frizzante e sereno del Festival. Ed è stato appassionante ascoltare i suoi racconti sulla vita della cultura italiana degli anni ‘50 e ‘60, ammirando le sue splendide foto che hanno ritratto un’epoca. Tra le tante vorrei citare due immagini che sono state anche icone dei manifesti del Festival: la meravigliosa Brigitte Bardot in posa sulla scalinata di un borgo italiano nell’edizione 2016 e il duo ironico e ammiccante Raquel Welch-Vittorio De Sica nell’edizione 2019. Grazie Paolo Di Paolo per l’apporto straordinario offerto alla cultura, alla fotografia e all’arte del Novecento – conclude Pommier – E grazie per il garbo e l’affetto che lasci in eredità al nostro Festival, nel tuo amato Molise».

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