Operai, impiegati, Rsa e segretari territoriali, tutti uniti a livello confederale e questa sì che è una notizia, davanti ai cancelli dello stabilimento Stellantis, preso come esempio tangibile delle mancate risposte che il Governo e il Mimit, nel caso di specie, non stanno fornendo alle sigle e ai dipendenti di un settore che “cuba” 70mila lavoratori solo nell’automotive. Ma lo sciopero di 4 ore di ieri era esteso a tutte le ex tute blu (oggi indossano altri colori), come peraltro abbiamo rappresentato domenica scorsa in sede di presentazione. Proprio dalle parole di un colletto bianco, prendiamo spunto per narrare il clima che regna a Rivolta del Re, dove ieri sono tornate a sfolgorare e sventolare assieme le bandiere di Fiom-Cgil, Uilm-Uil e Fim-Cisl. «In occasione dello sciopero dei dipendenti di Stellantis, con il quale essi intendono richiedere al governo un impegno sul futuro dell’automotive in Italia, per la prima volta nella pluridecennale storia della più rilevante fabbrica molisana, una congrua parte di impiegati e capi della stabilimento di Termoli ha aderito allo sciopero proclamato dalle organizzazioni sindacali. Essi, anche in rappresentanza di tanti colleghi che, per opportunità e responsabilità legate al ruolo in azienda, pur condividendo le ragioni della protesta, hanno dovuto esimersi dal partecipare in maniera diretta alla manifestazione, dando tutta la loro solidarietà al gruppo che ha manifestato. Questa partecipazione storica esprime il senso della estrema preoccupazione che serpeggia nello stabilimento sul futuro dello stesso. Infatti, a tutt’oggi, non esiste un piano condiviso e chiaro sulle sorti dei circa 2.200 dipendenti dell’opificio. Solo per avere un’idea di cosa rappresenta la realtà produttiva dello stabilimento di Termoli, dobbiamo tener presente che esso contribuisce ad immettere circa 40 milioni di euro/anno sul territorio (senza considerare l’indotto).Tutti dovremmo cominciare a riflettere su cosa significherebbe per il basso Molise perdere quasi interamente questo gettito. È una preoccupazione che ci auguriamo condividano i nostri rappresentanti politici, ed in particolare il presidente della regione e il suo consiglio, recentemente eletti». Un presidio dalle 10 alle 11.30 ha dato l’indirizzo alla giornata, che ha avuto buona adesione, a cui hanno preso parte i riferimenti delle sigle, Marco Laviano, Giuseppe Tarantino e Francesco Guida. Ma ieri, proprio mentre era in voga la protesta, importante incontro a Roma. Nel giorno dello sciopero dei metalmeccanici al Sud, compresi lo stabilimento di Termoli Stellantis e delle altre aziende, costituito gruppo di lavoro per elaborare accordo di transizione Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha incontrato a Palazzo Piacentini l’amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares in un cordiale e costruttivo colloquio durato 90 minuti. Le parti hanno condiviso la necessità di invertire da subito il trend produttivo negativo degli ultimi venti anni, nella convinzione che l’Italia possa consolidare, nel nuovo contesto globale, la sua produzione industriale orgoglio del Made in Italy. Il ministro Urso ha illustrato il documento di politica industriale sull’automotive elaborato sulla base anche del confronto con le parti sociali e produttive e con le Regioni sede di stabilimenti di Stellantis, nel quale si indicano obiettivi e modalità per aumentare i livelli produttivi, ampliare la gamma dei modelli, investire su ricerca e innovazione, a tutela della occupazione e della intera filiera del settore. Le parti, condividendo gli obiettivi del documento, hanno costituto un gruppo di lavoro tecnico per giungere entro la fine del mese ad un “accordo di transizione” nel quadro di una rinnovata politica industriale europea che dovrà tutelare la produzione e l’occupazione interna. «Alla luce delle dichiarazioni fatte dal Ministro Urso e dal Ceo Tavares, non solo ci aspettiamo di essere coinvolti preventivamente dal MiMIT per definire preventivamente i contenuti dell’accordo di transizione, ma chiediamo che questo possa realizzare a due anni dalla nascita di Stellantis un vero e proprio rilancio industriale e occupazionale di cui abbiamo fortemente bisogno.
L’impegno di Stellantis deve essere assolutamente presidiato dal Governo e definito insieme alle parti sindacali con un impegno d’investimenti soprattutto sui modelli al centro della transizione ecologica.
Il dialogo sociale con Stellantis anche in Italia, come in Francia e negli altri paesi, è un grande valore aggiunto che vogliamo, con questo accordo, mettere al centro delle relazioni sindacali e delle strategie industriali del Gruppo.
Su Stellantis, abbiamo apprezzato la conferma di tutti gli aspetti e progetti già in corso relativi al piano “Dare Forward”, che sono stati anche ribadite nell’incontro con Ministro Urso questa mattina, con la direzione è nel comunicato di Stellantis.
La comunicazione del quinto modello a Melfi, più volte da noi sollecitato, è una risposta positiva per saturare la capacità produttiva dello stabilimento lucano e del suo indotto. È fondamentale la conferma che gli stabilimenti Iitaliani sono centrali nell’equilibrio del Gruppo a livello mondiale e con essi la conferma di portare le produzioni di altri marchi e localizzarli nei plant italiani, per aumentare i volumi complessivi delle produzioni degli stabilimenti della penisola.
Dal report Fim le produzione in Italia, auto e veicoli commerciali, nel 2022 sono state al di sotto delle 690.000 unità mentre per il 2023 saliranno sopra le 800.000, ma comunque al di sotto di una capacità produttiva che potrebbe andare oltre le 1,5 milioni di veicoli.
Ci preoccupano le questioni emerse nell’incontro su tema “euro7 e Panda”, in quanto emerge con evidenza, che se non risolto creerebbe delle problematiche relative alla sostenibilità competitiva delle produzioni a Pomigliano prima del 2026. Pertanto sarà fondamentale chiarire gli aspetti collegati “euro7” e se necessario, anticipare l’assegnazione di un nuovo modello che in prospettiva sostituisca l’attuale Panda.
Naturalmente continuano a rimanere aperte le altre questioni relative agli stabilimenti italiani come le allocazione dei nuovi modelli a Cassino sulla futura piattaforma Large, che affianchino la Maserati Grecale e un forte rinnovamento e rilancio delle attuali Alfa Romeo di Giulia e Stelvio. Per Mirafiori dove la 500 full electric è in forte crescita e invece c’è la flessione delle Maserati. Sono Positivi i nuovi lanci di Gran Turismo e Gran Cabrio, ma per gli altri modelli abbiamo bisogno di accelerare su rinnovamento e piattaforme elettriche per invertire la flessione che abbiamo riscontrato nei numeri.
Sulla Gigafactory di Termoli ci aspettiamo la convocazione di un tavolo specifico con MiMIT, Ministero del Lavoro, ACC, Stellantis, Istituzioni locali e le organizzazioni sindacali per costruire le condizioni necessarie a fornire tutte le garanzie nella fase di transizione. Sarà inoltre necessario avere garanzie sulle funzioni di ricerca&sviluppo assegnate al nostro Paese e sulle forniture relative all’indotto e alla componentistica degli stabilimenti Italiani. Sarà anche necessario avere chiarezza circa le prospettive di Teksid e di Comau», le parole della Fim-Cisl.