«Sto pensando che abbiamo toccato il fondo, da ieri mattina l’ospedale di Termoli senza aria condizionata, è da morire». E’ uno dei post social attraverso cui i pazienti ricoverati al San Timoteo hanno mostrato il loro disagio per il guasto occorso all’impianto di climatizzazione, dove un compressore si è rotto, e il resto dell’impianto non ha potuto “servire” tutti gli ambienti nel modo più efficace. Operatori e degenti in sofferenza, dunque, viste anche le alte temperature che ieri con picchi di 34 gradi, sono stati costantemente oltre i 32. Interpellato il direttore sanitario del presidio ospedaliero di viale San Francesco, ci ha riferito di aver subito attivato l’ufficio tecnico. Il guasto è avvenuto già dalla serata di domenica e a risentirne sarebbero state anche le apparecchiature, non solo le persone. Intanto, per restare in corsia, sulla vicenda dell’urologo Zappia, dimissionario, è intervenuto Giancarlo Totaro: «Dopo l’ennesima e legittima manifestazione di lasciare il servizio da parte del dottor Zappia urologo facente funzioni da responsabile all’ospedale di Termoli non mi sembra che giungano prese di posizione pubbliche di attenzione su quanto sta accadendo da parte dei politici. Se un medico, per lo più anche stimatissimo, arriva a queste conclusioni ci sarà un motivo, sottintenderà un problema di gestione da parte di chi gestisce la sanità pubblica molisana. Non molto tempo orsono va ricordato che anche il dottor Molinari è pervenuto alla stessa decisione così come tantissimi altri medici, praticamente di tutte le specialità, hanno preferito andar via e fuggire da un ospedale che viene percepito invivibile e privo di prospettive. Un ospedale dove ogni medico deve senza sosta quotidianamente cercare di non interrompere il servizio ma deve costantemente combattere contro il cappio dell’amministrazione che stringe il nodo scorsoio fino a portare al momento di dire: “basta”. Un combattimento quotidiano con mille e uno problemi amministrativi e organizzativi. Poi al momento del riconoscimento del lavoro fatto ecco che spuntano le sorprese inattese, imprevedibili e che potrebbero o dovrebbero essere impugnate per i dovuti chiarimenti. Ma un medico che è costretto ad ogni stress possibile che lavora nelle condizioni come quelle di Termoli non ha tempo e voglia di parlare contestare e si sente giustamente avvilito e non ha nessuna voglia di avere contenziosi perché significherebbe affrontare altri problemi mentre le amministrazioni hanno l’anonima arma letale della burocrazia dalla loro parte. Gente come Zappia, Molinari (che ha lasciato da poco) e tanti altri colleghi attualmente in servizio al San Timoteo in un altro ospedale sarebbero Primari da tempo e invece noi in basso Molise li facciamo scappare senza che alcun politico professi interessamento (e approfondimento dei fatti). Poi ci si chiede perché i medici non rispondono ai concorsi. Ma fino a quanto i medici superstiti riusciranno a resistere?»