Anche le istituzioni molisane si sono interessate ieri dopo la notizia della studentessa termolese rimasta bloccata a Betlemme, a causa del conflitto scoppiato sabato scorso in Israele e la chiusura dello spazio aereo. Figlia di un medico, è dottoranda al Pioc, il Pontificio istituto di archeologia cristiana, dopo la laurea conseguita all’ateneo “La Sapienza”. La ragazza era con un gruppo di colleghi, in missione di ricerca e proprio attraverso le istituzioni accademiche e l’interessamento del governatore del Veneto Luca Zaia, in stretto contatto con la Farnesina, hanno organizzato la missione di rientro. Il volo era in partenza nella notte alle 4.40, con atterraggio a Verona, per poi dirigersi di nuovo verso destinazioni capitoline o di appartenenza dei dottorandi. Grande apprensione della famiglia, che ha avuto subito la prontezza di mettersi in relazione con l’Unità di crisi del Ministero degli Esteri, fino ad avere le notizie sull’imbarco odierno. Febbrile il lavoro della diplomazia italiana per permettere il rientro degli italiani che si trovano sul suolo israeliano in questi giorni in cui è scoppiato un nuovo conflitto tra Hamas e lo stato di Israele. Già atterrati a Pratica di Mare gli aerei militari attivati su richiesta della Farnesina, con il coordinamento del Ministero della Difesa, per riportare in Italia i connazionali che hanno voluto lasciare Israele. Il Ministero degli Esteri ha avviato sin dal primo momento un attento monitoraggio della situazione in Israele e nei Territori Palestinesi e ha immediatamente attivato una rete di contatto con i connazionali presenti nel Paese, in stretto raccordo con l’Ambasciata a Tel Aviv e il Consolato Generale a Gerusalemme. L’Unità di Crisi, in coordinamento con l’Ambasciata a Tel Aviv e il Consolato Generale a Gerusalemme (presenti anche con un desk appositamente organizzato presso l’aeroporto Ben Gurion) restano pienamente operativi.

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