Ci vorranno alcune settimane per conoscere l’esito del ricorso contro l’ordinanza del Consiglio di Stato che ha sancito la decadenza a fine anno delle concessioni demaniali marittime. Intanto, i ricorrenti, tra cui il Sib-Confcommercio Molise, ha incassato la richiesta favorevole della Procura generale che ne ha chiesto l’accoglimento ai giudici della Cassazione. A margine dell’udienza di ieri mattina al Palazzo dei Marescialli, proprio il presidente nazionale del Sib, Tonino Capacchione, ha rappresentato quanto successo. «Corte Suprema di Cassazione a Sezioni Unite sul ricorso da noi presentato avverso la sentenza dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato numero 18 del 9 novembre 2021. Nella discussione orale il nostro Collegio difensivo costituito, oltre che dal sottoscritto, dagli avvocati e docenti Maria Alessandra Sandulli, Romolo Vaccarella e Stefania Frandi hanno succintamente illustrato le motivazioni per l’annullamento della sentenza dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato. È positivo che anche in sede di discussione orale la Procura Generale abbia concluso chiedendo l’accoglimento del nostro ricorso. La Corte ha riservato la causa per la sentenza che sarà depositata presumibilmente nelle prossime settimane. Aspettiamo con fiducia l’esito del processo anche se continuiamo a ritenere e ad affermare che la questione della corretta applicazione della Direttiva Bolkestein possa e debba trovare una soluzione a livello politico e legislativo. A tale scopo sono certamente positive le conclusioni dello scorso 5 ottobre del Tavolo tecnico consultivo istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’accertamento della cosiddetta “scarsità della risorsa”: presupposto per la corretta applicazione della cd Direttiva Bolkestein così come chiarito dalla sentenza della Corte di Giustizia europea (Terza sez. del 20 aprile 2023 C-348 ai punti 43 e seguenti). Si ricorda che la Relazione finale del Tavolo tecnico presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri certifica la “non scarsità della risorsa” avendo il nostro Paese il 67% del demanio marittimo ancora disponibile per il rilascio di nuove concessioni. Adesso è urgente che il Governo tragga le conseguenze giuridiche e normative per evitare il rischio concreto e reale che la situazione già grave, per lo stato di incertezza sul futuro aziendale, possa addirittura peggiorare per il tentativo di alcuni Enti concedenti (Comuni e Autorità di sistema portuale) di mettere a gara le aziende attualmente operanti. Urge pertanto da parte del Governo un intervento normativo o, comunque, l’emanazione di provvedimenti amministrativi che evitino un esercizio confuso e caotico delle funzioni amministrative in danno di un importante settore economico perfettamente efficiente e di successo».