Vongolare di Termoli ferme da metà settembre, dopo i primi otto mesi e mezzo in cui davvero poche decine sono state le giornate di lavoro delle dieci imbarcazioni appartenenti al CoGeVo Molise, un consorzio obbligatorio e contingentato. A creare ulteriori problemi alla già critica situazione del settore ittico in generale, è la morì dell’80% delle vongole sui banchi naturali, che al momento non trovano nemmeno risposta sulle cause nelle analisi biologiche effettuate dopo i prelievi, ma di fatto il comparto è in ginocchio, tanto da prorogare fino a metà novembre la sospensione dell’attività di raccolta. Un grido d’allarme, quello lanciato dal presidente Matteo Di Candia, che ha firmato l’informativa che è stata inoltrata alla Regione Molise e all’Asrem, in cui è stata segnalata la morì diffusa di vongole. «Presso i banchi naturali di vongole del nostro compartimento, a partire dalla fine del mese di luglio scorso, è stato riscontrato un esteso fenomeno di morìa, che già da fine primavera aveva cominciato a intaccare, in modo sporadico e in zone diverse, la vitalità della specie. A tutt’oggi, una stima empirica da parte degli operatori del settore, quantifica in circa l’80% l’entità del fenomeno in oggetto. Va altresì segnalato, che il ciclo della riproduzione naturale della specie, negli ultimi due anni, è stato molto scarso, se non irrilevante». A raccogliere il messaggio di vero e proprio Sos è stato l’europarlamentare della Lega Massimo Casanova. «Dal Molise altre notizie allarmanti, interessata Commissione Ue». L’esteso e anomalo fenomeno di morìa di vongole che sta interessando da mesi ampie aree del mare Adriatico è l’oggetto di una interrogazione depositata ieri a Bruxelles dall’europarlamentare Lega– Id Massimo Casanova. «L’ultima segnalazione giunge dal Molise, dove il settore ha quantificato in circa l’80% l’entità delle perdite ittiche. Una enormità che mette a rischio un intero comparto – dichiara il deputato europeo – a nulla sembra essere valso l’ulteriore fermo pesca volontario messo in atto dagli operatori, in aggiunta a quello già previsto dalle norme di legge. La gravità della situazione è tale che ho interessato la Commissione Ue per capire se sia a conoscenza di quanto accade nei nostri mari e quali soluzioni urgenti intenda mettere in atto, anche a livello economico, per evitare che un settore già in estrema sofferenza venga ulteriormente messo in ginocchio, con grave danno ad un comparto identitario della nostra economia», conclude Casanova.