Non ha ancora un nome, un volto, una storia, il clochard arso vivo nella serata di mercoledì scorso, quando un rogo maledetto l’ha portato via, assieme al suo carico di sofferenze quotidiane. Quando a perire sono i più deboli e in circostanze drammatiche, tragiche anzi, l’emotività prende il sopravvento in ogni dove. Per questo, nel solco di una procedura ben definita, c’è il massimo impegno da parte della Procura di Larino, della Polizia di Stato, con squadra mobile della questura e commissariato di Termoli, col reparto della scientifica, da parte dei Vigili del fuoco, per risalire sia all’identità del senza fissa dimora morto 3 giorni fa, che delle cause all’origine dell’incendio. Ieri mattina, a distanza di appena 24 ore dal precedente, terzo sopralluogo (se consideriamo il primo subito dopo lo spegnimento delle fiamme il 29 novembre) con la presenza del Procuratore della Repubblica Elvira Antonelli, del Pm Marianna Meo e proprio di Polizia di Stato e Vigili del fuoco. Abbiamo intervistato il capo dell’ufficio requirente frentano, che ha anche confermato come tra gli elementi utili all’indagine ci sia la catenina che indossava il senza tetto. «Non abbiamo la certezza dell’identità della persona, abbiamo degli elementi che vanno confermati ma non abbiamo elementi per dire che si sia trattato di incendio doloso, non abbiamo elementi per dire che la morte del senzatetto frutto di azione omicida. Non può escludersi l’evento tragico accidentale. L’autopsia verrà effettuata per i tanti dubbi che abbiamo, non da ultimo la possibilità che ci sia stato l’intervento da parte di terzi che abbiano, poi, determinato la morte della persona, in qualche modo aggravata dall’incendio. Stanno acquisendo elementi per avere delle certezze. Il primo obiettivo è dare un nome alla vittima, e il secondo è vedere cosa è successo. Orai con la luce del giorno è stato possibile vedere meglio ma la struttura è pericolante e non si è potuto fare una grande attività di polizia scientifica tantomeno il sopralluogo del Pubblico ministero giovedì. Siamo ripartiti in team per scoprire modalità e cause dell’incendio. E’ dovere dei Vigili del fuoco dare prescrizioni sul luogo che è andato bruciato ed è pericolante». Sulla tragica vicenda abbiamo anche registrato le parole del vescovo della diocesi di Termoli-Larino, Gianfranco De Luca. «E’ solo un dolore che non si può commentare. E’ stata una sorpresa amarissima. Mentre rientravo a Termoli da Guglionesi, ho sentito la notizia in radio, e mi ha sconvolto la notizia. Al mio rientro, mi sono affacciato dall’abitazione per vedere se c’erano tracce. Purtroppo sono cose che non vorremmo mai accadessero. E’ una provocazione, se succede questo significa che non siamo così attenti, così presenti. Bisogna ragionare insieme, anche perché a volte quelle dei clochard sono scelte di vita e anche l’interlocuzione è difficile ma ciò non giustifica questa tragica notizia. A volte alcuni servizi e alcune strutture ci sono, ma spesso loro vivono di libertà. Dobbiamo interrogarci seriamente e lasciarci interpellare da questa realtà. E’ un pezzo di me che se ne è andato».

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