Tavoli differenti, programmazioni divergenti. Sono quelle che stanno caratterizzando la vertenza Stellantis, che in sala molisana e termolese si declina con Acc, ossia l’azienda chiamata a realizzare la Gigafactory a Rivolta del Re, ma con quali maestranze? Perdonateci, se le chiamiamo ancora così, sono dipendenti, lavoratori e lavoratrici che non vedranno una chiara prospettiva dinanzi ai loro occhi, un futuro ancora nebuloso, perché se è vero che il progetto alla fine della fiera, ossia a regime, prevedrebbe 1.800 assunti, non è affatto detto che provengano tutti o in larga misura dagli attuali 2.100 circa. E’ questo lo snodo, il bivio occupazionale da presidiare, come hanno tenuto a precisare ieri sera le organizzazioni sindacali, reduci dal primo dei due incontri mirati proprio a disegnare la fase di transizione al nucleo industriale di Termoli. «Nell’incontro tenutosi lunedì 4 dicembre presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Acc ha puntualizzato i tempi di realizzazione del piano di avvio della futura fabbrica di batterie di Termoli.
Più in particolare, alcuni lavori potranno partire già nelle prossime settimane in attesa delle autorizzazioni propedeutiche alle attività costruttive; nel 2026 il primo modulo dello stabilimento dovrà essere pronto a fare i primi campioni del prodotto per poi avviare la produzione in serie alla fine del medesimo anno; il secondo e terzo blocco è invece previsto che partano nel 2027 ma i tempi precisi potranno essere influenzati da quelli della più generale transizione all’elettrico.
Nel 2024 Acc dovrà assumere un primo gruppo di risorse, per lo più figure impiegatizie o tecniche, che si andranno ad aggiungere agli attuali 35 occupati per arrivare alla fine dell’anno a 120 persone, di cui una settantina di impiegati. A fine 2025 si prevede che l’occupazione passi a 360 persone, a fine 2026 a 750 persone, a fine 2027 a 1.250 persone, a fine 2028 a 1.700 persone e a fine 2029 a 1.800 persone.
Assai importante sarà il lavoro di formazione del personale; all’inizio la formazione, almeno nella sua parte tecnico operativa, dovrà svolgersi nelle realtà già presenti in Francia o in Germania, ma soprattutto in Francia, data l’assenza in quel momento di una struttura produttiva a Termoli. La direzione di Acc ha dichiarato che pubblicherà un bando delle professionalità che è in procinto di assumere e che a quel punto raccoglierà le candidature; prevedono di poter attingere ai lavoratori della Stellantis di Termoli ma senza evidentemente offrire garanzie complete. Stellantis ha dichiarato che nel 2024 prevede una piena occupazione e che le prime potenziali eccedenze nasceranno nel 2025; in ogni caso oggi è previsto che la produzione prosegua, sia pur a ritmi ridotti, fino al 2028. Questo dovrebbe consentire la disponibilità di ammortizzatori sociali per il prossimo quinquennio.
Come sindacato abbiamo chiesto ad Acc di chiarire quali e quante siano le professionalità da assumere necessariamente all’esterno del perimetro della attuale fabbrica di motori, poiché per tutte le altre, gli attuali dipendenti dello stabilimento Stellantis di Termoli devono rappresentare la platea naturale alla quale deve essere garantito un diritto di prelazione.
Dobbiamo difatti costruire un meccanismo che possa offrire una garanzia occupazionale ai lavoratori attualmente impiegati alla Stellantis di Termoli, al netto naturalmente di chi potrà agganciare la pensione. Ai lavoratori che passano ad Acc da Stellantis chiediamo inoltre che venga garantito il mantenimento della anzianità, dei diritti e dello stipendio. Nel rapporto con il governo occorrerà definire un sistema complessivo di ammortizzatori sociali conservativi per gestire la transizione e la formazione-riqualificazione dei lavoratori coinvolti. Il calendario di incontri prevede la descrizione del processo produttivo il 18 dicembre con relative competenze professionali; il successivo incontro sarà dedicato ai percorsi formativi il giorno 16 gennaio 2024; l’ultimo incontro programmato infine sarà volto al confronto su tempi e modalità per il passaggio da Stellantis e Acc il 30 gennaio. In ogni caso al tavolo generale Stellantis del 6 dicembre chiederemo al Ministro Urso un interessamento diretto, per garantire il massimo impegno ad accelerare la fase di autorizzazione della Commissione europea del progetto di Termoli, nonché la piena tutela occupazionale». A renderlo noto le sigle metalmeccaniche di Fim-Fiom-Uilm-FismicU-glM -AqcfR. Ma i problemi sono di diversa natura: fulmine a ciel sereno la dichiarazione del presidente serbo Vucic. «Stellantis inizierà con la produzione della Panda elettrica in Serbia», parole pronunciate al termine dell’incontro istituzionale con Giorgia Meloni a Belgrado. «Stellantis-generator – ha concluso – oltre alla produzione della Panda elettrica potrebbe essere il motore degli investimenti dell’automotive». Il segretario nazionale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano ha chiesto che Stellantis comunichi nei prossimi incontri il modello che sostituirà il dopo Panda a Pomigliano. «Il 23 novembre la direzione Stellantis in un incontro sindacale a Mirafiori ci ha confermato la produzione di Panda nelle attuali versioni fino al 2026. Sollecitata dai nostri interrogativi rispetto al dopo, la direzione Stellantis ci ha ribadito ufficialmente che verrà assegnato un altro modello allo stabilimento campano senza menzionare quale tipologia di modello. Se le notizie che giungono dalla Serbia vengono confermate da Stellantis, diventa urgente e indispensabile conoscere quale modello di vettura sostituirà l’attuale Panda. Attualmente lo stabilimento di Pomigliano d’Arco è in una situazione particolarmente positiva per i volumi grazie alle produzioni di Alfa Romeo Tonale, del Dodge Hotnet e della Fiat Panda. Tutto questo ha consentito di azzerare la cassa integrazione sulle linee produttive e di assorbire l’attività di circa 1.200 lavoratori provenienti dagli altri siti italiani. A partire dal prossimo incontro del 6 dicembre prossimo, in sede ministeriale, la nostra priorità su Pomigliano nel confronto che si aprirà con il governo e Stellantis, sarà quella di ottenere tutte le garanzie necessarie a mantenere gli attuali livelli produttivi e occupazionali». Il segretario molisano Marco Laviano: «Per Termoli non cambia nulla, è la carrozzeria che hanno sempre fatto ed ora con volumi buoni continuano a fare nello stabilimento di Pomigliano, è chiaro che parliamo di elettrico e quindi non più di endotermico, ovvio che il motore al sito campano lo fornivamo proprio noi, proprio per garantire i grandi numeri delle produzioni di Panda. Ma è anche un altro pezzo della chiara scelta del gruppo di fare economia non solo sulle motorizzazioni ma soprattutto sulle carrozzerie e sulle varie piattaforme vedi Melfi e Cassino, senza sottovalutare la Maserati. L’incontro del 6 dicembre dirà poco o forse nulla, il governo ha la responsabilità di bloccare le delocalizzazioni del gruppo perché una multinazionale pensa al core business, e da tempo che modello dopo modello, uscita dopo uscita, Stellantis sta in qualche modo ridisegnando l’assetto delle fabbriche italiane. Questo non fa bene alla manifattura metalmeccanica ma ormai stiamo suonando lo stesso spartito da mesi, cambiano i partiti cambiano i leader e governo dopo governo nessuno si prende la responsabilità di mettere in sicurezza il più grande patrimonio italiano… il frutto del lavoro metalmeccanico. I soli incentivi a Stellantis potrebbero non bastare, ci vogliono sforzi di investimenti diversi, ci vuole uno stato presente e partecipe, il ridimensionamento degli organici e delle produzioni non fa altro che generare poche prospettive occupazionali in un paese dove il ricambio generazionale ormai pare un miraggio». La direzione nazionale Uilm, infine, al Governo chiede un sostegno per affrontare la transizione all’elettrico. «Il Coordinamento nazionale Uilm di Stellantis si è riunito per fare il punto sulla situazione industriale alla luce di quanto emerso dall’Osservatorio nazionale ed in preparazione dell’incontro ministeriale del 6 dicembre. Con l’Osservatorio nazionale del 23 novembre e con l’individuazione dei primi modelli elettrici della piattaforma large per Cassino e l’inaugurazione della Unità economia circolare, finalmente tutte le fabbriche italiane hanno una missione produttiva, nonché una prospettiva per gli enti centrali di Torino col green campus, e questo corona i nostri sforzi intrapresi all’indomani della nascita di Stellantis. Tuttavia si pongono nuove sfide e nuovi problemi relativi al futuro di lungo termine, all’impatto commerciale e occupazionale del passaggio all’elettrico, alle possibili ricadute negative delle sinergie fra gli enti di ricerca e di amministrazione e a ben vedere al destino stesso del settore automotive in profonda trasformazione.
Dal punto di vista strettamente sindacale la Uilm si attiverà per riprendere i lavori delle commissioni nazionali, compresa la Commissione inquadramento che sarà il luogo per cercare di immaginare un nuovo sistema premiale individuale basato su criteri oggettivi e misurabili, nonché per ribadire la nostra ferma contrarietà alla prassi dei superminimi assorbibili, che si traducono in un mero anticipo degli aumenti contrattuali. A gennaio chiediamo anche che si tenga un incontro nazionale per Security, al fine di chiarire la prospettiva dei lavoratori che forniscono un servizio sia a Stellantis sia alle altre società. Proseguirà inoltre la nostra battaglia per la creazione di postazioni idonee per i lavoratori con ridotte capacità e per una gestione corretta delle trasferte. Per quanto riguarda invece la ipotesi di eventuali trasferimenti coatti fra impiegati o operai esprimiamo la nostra netta contrarietà. Esprimiamo infine preoccupazione per il processo di esternalizzazione partito a Melfi relativamente ad alcune attività quali qualità, tempi e metodi, software e manutenzione straordinaria. Al tavolo ministeriale del 6 dicembre chiederemo al Governo di tradurre le dichiarazioni di principio in realtà. Le nostre richieste saranno di rendere accessibili ai consumatori le vetture elettriche attraverso incentivi adeguati e istituti innovativi quali il leasing sociale; di prodigarsi in sede europea per un approccio più equilibrato nelle politiche di settore, a partire dalla necessità di rinvio e di modifica della disciplina di motori euro 7; di incentivare gli investimenti industriali e di rafforzare gli ammortizzatori sociali in tutta la filiera e dunque anche nell’indotto che oggi mostra particolare sofferenza; di aiutarci a chiarire e a migliorare quanto già ottenuto da Stellantis in sede sindacale sul piano industriale».