Un documento sarà approntato nei prossimi giorni e quantomeno in quelle che sono le dinamiche territoriali, si avvierà l’interlocuzione con la Regione Molise, ma il comparto agricolo, in estrema sofferenza, non è solo un slogan nel giorno della protesta, ma il disagio scavato e visibile nel volto di chi si spacca la schiena e porta a casa sempre meno. Difficile immaginare giovani generazioni investire sulla genuinità dei gesti nel mondo dell’intelligenza artificiale, ma senza i prodotti di madre terra poco avanti si andrebbe, in senso sostenibile e anche salutistico. Il presidio di ieri in piazza Giovanni Paolo II ha messo a fuoco proprio la voglia di combattere e contrastare scelte sempre più lontane dalla tradizione. Sotto gli occhi attenti delle forze dell’ordine, che temevano blocchi selvaggi (tuttavia non sono ancora scongiurati), sono state due i movimenti dei mezzi agricoli che dalla valle del Sinarca e quella del Biferno, sono scesi sulla costa a manifestare la propria rabbia, clacsonando in segno di attenzione, mentre c’è chi a Bruxelles permette di vendere farine fatte coi grilli. Uno dei coltivatori da noi avvicinati, che ha risposto all’invito del Mam e del suo presidente Ivano Zara, ha detto chiaramente, «Ma come, prima se si trovava un grillo in un locale scattavano multe e chiusure, oggi si portano in pompa magna a tavola». Ma le sofferenze sono anche alimentate da risposte tardive contro i danni del maltempo, la peronospora, il caro carburanti, oltre a questioni ancora più tecniche, vedi anche i Consorzi di Bonifica. La sfilata dei giganti di ferro dalle grandi ruote di gomma, come fossero figure mitologiche o del passato, ha destato attenzione anche nelle persone non coinvolte dalla protesta. Nel complesso sono stati oltre cento i trattori convogliati nella manifestazione. Critica severa alla riconversione dei terreni per le fonti energetiche rinnovabili. Intanto, la solidarietà che si rinnova è quella tra il mondo agricolo e il comparto ittico, come già avvenuto nel passato. Oggi, nel secondo giorno di protesta indetto dai coltivatori, partirà un corteo di trattori da piazza Giovanni Paolo II alle 10, che si dirigerà al porto di Termoli, dove l’arrivo è previsto alle 11. L’associazione Armatori Pesca del Molise e l’intera marineria termolese accoglieranno i mezzi agricoli e i manifestanti sulla banchina di riva, dove si fermeranno, sposando in toto la causa contro le scelte compiute dall’Unione europea, non soltanto, ma anche contro il caro gasolio, tra le criticità più profonde che rischiano di zavorrare l’attività di entrambe le categorie. Alle 11.30 in segno di protesta contro la programmazione comunitaria, saranno suonate le sirene dai motopescherecci ormeggiati. Polizia di Stato (anche con la Stradale), Carabinieri e Vigili urbani, con in prima linea il dirigente Riccardo Di Vittorio del commissariato di via Cina e il comandante Pietro Cappella di piazza Kennedy. A esprimere solidarietà ai coltivatori bassomolisani anche lo chef Nicola Vizzarri, dell’associazione italiana Cuochi, che sposa la causa a tutela della filiera di qualità. Come evidenziato nella richiesta alla questura, alla base del presidio, la volontà di protestare contro la «Politica agricola europea riforma (Pac), contro le misure economiche adottate dal Governo per il settore agricolo (caro gasolio e accise), nonché per chiedere al governo regionale misure di contenimento della fauna selvatica e di revisione della legge sulla caccia (legge n. 157/1992)».