Un anno e mezzo di Governo Meloni e c’è sempre più distanza sui temi che dividono destra e sinistra, tanto che dopo i recenti avvenimenti di Pisa, la capogruppo in Consiglio comunale della Rete della sinistra-Termoli Bene Comune, Marcella Stumpo, chiede retoricamente, a nome dell’intera compagine politica che rappresenta: «Chi ha paura del dissenso?»
«Nessuno, in democrazia. Ma siamo ancora in democrazia? A guardare le scene rivoltanti di Pisa, Firenze, Catania che stanno facendo il giro di media e social, si direbbe proprio di no.
Orde di poliziotti in tenuta antisommossa che picchiano selvaggiamente ragazzini di scuola superiore pacificamente in corteo per dire la loro solidarietà al popolo palestinese; facce ancora quasi di bambini coperte di sangue; studenti schiacciati a terra come terroristi o attentatori: una violenza insensata e spropositata, ormai usuale in questo paese contro chi scende in strada per esprimere dissenso in modo democratico.
Già, perché forse questori, prefetti e ministri dimenticano l’articolo 17 della Costituzione, che recita: “I cittadini hanno diritto a riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o incolumità pubblica. ”Quale comprovato motivo di sicurezza o incolumità pubblica potesse costituire un tranquillo corteo di circa 200 ragazzini tra i 14 e i 18 anni, a Pisa come a Firenze e a Catania, non è dato sapere. E sarebbe doveroso che il nostro solerte ministro Piantedosi desse qualche spiegazione, soprattutto ai genitori che si sono visti restituire i figli con la testa spaccata o le dita rotte dai manganelli. E’ lo stesso, non lo dimentichino gli italiani, che definì i migranti “carico residuale” e che recentemente ha dichiarato di non vedere nell’identificazione da parte della polizia, per le 12 persone che deponevano un fiore in memoria di Aleksej Naval’nyj, una ”compressione delle libertà democratiche”. Chissà se questa compressione la vede ora nelle manganellate e nelle teste rotte dei ragazzini di Pisa, Firenze, Catania? Probabilmente no, e questo non può che preoccuparci.
Come consigliere comunale di Termoli Bene Comune-Rete della Sinistra, esprimo a nome del mio gruppo politico indignazione e disgusto infiniti per quanto accaduto, e la nostra totale solidarietà per gli studenti picchiati così brutalmente da chi avrebbe dovuto garantire (per compito istituzionale) il loro diritto alla libera espressione di un sentimento di umana vicinanza ad un popolo massacrato.
La violenza inaudita esercitata su giovani indifesi mi ferisce profondamente anche come educatrice: per una vita ho cercato di insegnare ai miei alunni come in quanto studenti fossero portatori di doveri, ma anche di diritti, e come essere cittadini significasse soprattutto essere capaci di difendere quei diritti se negati. Non pensavo certo di doverli subito avvisare che un pacifico corteo avrebbe potuto finire con la loro faccia sbattuta contro il fondo stradale o in ospedale in stato di shock.
Cosa sta succedendo nel nostro paese? Troppe volte ultimamente abbiamo visto aggredire senza motivo, manganellare e fermare chi leva la propria voce per esprimere dissenso e per reclamare il diritto al lavoro, alla casa, all’espressione della propria opinione. Termoli Bene Comune-Rete della Sinistra resta profondamente convinta che il dissenso sia indispensabile all’esercizio della democrazia; che la presenza di diversità di opinioni esprima vitalità della vita politica; e che dove una persona sola decide e definisce cosa è giusto e permesso ai cittadini la dittatura è già in corso.
Per questo riteniamo importante che ovunque in Italia più voci possibili si alzino a gridare indignazione e disgusto per quanto accaduto ai nostri ragazzi che facevano esperienza di cittadinanza partecipata, cosa di cui un governo sinceramente democratico dovrebbe rallegrarsi, come segno di maturità e desiderio di prender parte alla vita politica del paese. E ci auguriamo che le piazze si riempiano, per dire a quei ragazzi che non sono soli. Perché è evidente che qualcuno vuole che le repressioni violente di ogni dissenso diventino normalità: non glielo permetteremo. E’ nei regimi, non nelle democrazie che si usa violenza perché si ha paura di riunioni, manifestazioni e cortei. Ed è questa destra che spadroneggia senza più remore che dobbiamo temere e fermare con il voto ogni volta che possiamo (non dimentichiamo che giugno è vicino..); non certo gli studenti che prendono parola e azione pacifica contro un massacro indegno».

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